06/04/2019, 11.01
INDIA
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Tamil Nadu, dimesse dall’ospedale le suore picchiate dai radicali indù

Le religiose sono state ferite durante l’attacco alla Little Flower Higher Secondary School di Chinnasalem. I fondamentalisti indù hanno tentato di strangolarle con il Rosario. Mons. Mascarenhas: “Ma dove andrà a finire questo Paese?”.

New Delhi (AsiaNews) – Le “quattro suore ferite durante l’aggressione dei radicali indù sono state dimesse dall’ospedale e sono tornate in convento”. Lo racconta ad AsiaNews sr. Devaseer Mary, superiora provinciale delle suore francescane del Cuore immacolato di Maria. La religiosa si riferisce alle consorelle picchiate con ferocia in Tamil Nadu da una folla di 200 membri del partito di estrema destra nazionalista indù Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), che hanno tentato di strangolarle con la corona del Rosario che portavano al collo. “Sono rimaste ricoverate alcuni giorni in ospedale – aggiunge sr. Devaseer –, prima in quello governativo di Kallakurichi e in seguito presso il Krishna Hospital di Cuddalore. Grazie alla Divina Provvidenza e alla buona guida del nostro Signore, le consorelle si sono riprese dal dolore e ora stanno meglio”.

L’attacco al liceo cattolico Little Flower Higher Secondary School di Chinnasalem, circa 260 km a sud-ovest di Chennai, è avvenuto il 26 marzo. La scuola è gestita dalla congregazione cui appartiene la superiora ed è stato fondato 74 anni fa per istruire i bambini delle famiglie povere. Al momento sono iscritti 2.150 studenti. Tutto l’edificio è stato devastato: aule, banchi, finestre, auditorium. Gli aggressori non hanno risparmiato i luoghi di culto.

In apparenza l’aggressione è stata una reazione al suicidio di una ragazza della 10ma classe, delusa per i risultati di un esame andato male. Sr. Devaseer riporta: “Sembra che il motivo dell’aggressione fosse il denaro, ma non possiamo sapere cosa guidava la loro mente. Hanno solo eseguito ciò che era stato raccomandato dai partiti politici e da alcuni influenti personaggi locali”. Al momento, aggiunge, “sei persone sono state arrestate ed è in corso un’indagine su molti altri”.

Secondo mons. Theodore Mascharenhas, segretario generale della Conferenza episcopale indiana (Cbci), “non c’entra niente il denaro”, anche perché le suore avevano deciso di aiutare la famiglia della studentessa già prima della dissacrazione. “Per noi – dice – questo attacco è una cosa molto triste. Tutta la scuola era in lutto per la morte della ragazza. Noi amiamo i nostri ragazzi come nostri figli”. Poi protesta: “Come è possibile che si lasci agire una folla così numerosa contro una scuola? Perché nessuno li ha fermati?”.

Per il vescovo, “il potere, la violenza, lasciati nelle mani di queste folle anarchiche sono un pericolo per tutta l’India, non solo per le minoranze. È questo che ci turba. Il problema è che nel Paese diversi gruppi stanno diffondendo un clima di odio. Se fosse stato solo un problema di soldi, non avrebbero compiuto un’offesa contro il Crocifisso. Anche il tentativo di strangolare le suore con la loro Croce, è un disprezzo della fede”. E aggiunge addolorato: “Suore strangolate con il Crocifisso…ma dove sta andando questo Paese?”.

Mons. Mascarenhas ricorda che “nella cultura indiana gli oggetti sacri sono sacri per tutti, a prescindere dalla religione. È questa mancanza di rispetto, e l’odio creato dalla mancanza di rispetto, il pericolo più grande per questo Paese”. “Abbiamo già visto questo odio – conclude – nel Kandhamal [con i pogrom del 2008], con l’uccisione del pastore Graham Staines nel 1998 [bruciato vivo insieme a due figli, ndr], in diverse risse organizzate e manipolate dall’odio, nell’attacco alle scuole di Sagar e Vidisha. Il Paese deve eliminare questo odio, insieme come popolo”.

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