01/04/2005, 00.00
ISRAELE - VATICANO
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Tanta discrezione nell'incontro Israele – Vaticano

di Yedidia Amato

Gerusalemme (AsiaNews) -  Le delegazioni ufficiali della Santa Sede e di Israele si sono incontrate ieri 31 marzo presso la sede del Ministero degli esteri israeliano. I componenti hanno continuato i negoziati per attuare l'Accordo Fondamentale del 1993, e giungere a un "accordo globale" che confermi le esenzioni della Chiesa dalle tasse; la salvaguardia delle sue proprietà; la partecipazione dello stato al finanziamento delle opere sociali ed educative della Chiesa in favore della popolazione. L'incontro si è tenuto ben 6 anni dopo l'inizio dei negoziati, cominciati l'11 marzo 1999. Le due delegazioni formano la Commissione bilaterale permanente di lavoro fra la Santa Sede e lo Stato d'Israele.

Ed è avvenuto senza alcuna pubblicità, né dichiarazione ufficiale conclusiva. L'incontro è andato avanti per tutta la giornata, a differenza dell'ultimo – avvenuto il 16 febbraio – durato solo 2 ore e mezza. Osservatori della Commissione raggiunti da AsiaNews, affermano che la lunghezza dell'incontro è un segno che le delegazioni si sono impegnate fino allo spasimo per giungere a qualche buon risultato. Al di là di qualche illazione, AsiaNews non è in grado di dire i temi su cui si è discusso, né se si è giunti a qualche frutto.

Fonti vicine alla delegazione vaticana, hanno spiegato ad AsiaNews che l'incontro era concepito come una serie di tre giornate in cui le delegazioni avrebbero valutato gli accordi in modo comprensivo. Dopo il 31 marzo, il prossimo appuntamento è fissato per il 20-21 aprile.

L'incontro, sempre secondo le fonti di AsiaNews, è avvenuto in "un'atmosfera cordiale", in cui entrambi i gruppi hanno condiviso liberamente le loro preoccupazioni e aspettative.

Nel mondo ecclesiale in Israele e all'estero vi è molta attesa per qualche buon risultato. In particolare, i cattolici in Israele si aspettano che il governo possa presto correggere le sue dichiarazioni fatte alla Corte Suprema lo scorso anno, quando ha affermato che Israele non si considera obbligato dal trattato con la Santa Sede firmato nel 1993 (cioè l'Accordo Fondamentale)

L'affermazione ha suscitato stupore e proteste da parte della Chiesa. Nel mondo cattolico si spera che, data la profonda perplessità creata dalla dichiarazione, il governo ritorni sulla sua posizione e dichiari una posizione più corretta davanti alla Corte. La prossima udienza del caso è in programma per il prossimo giugno. "Governo e  ministri – ha detto una fonte di AsiaNews – hanno tempo di pensarci e di correggere il loro equivoco". A quanto pare, l'errore è stato compiuto da un avvocato governativo di basso livello. Per nulla familiare con l'Accordo Fondamentale fra Israele e Santa Sede, egli ha trattato questo accordo internazionale come un semplice problema legale di routine, senza nemmeno comprendere tutte le implicazioni e le ripercussioni internazionali.

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