16/03/2010, 00.00
UZBEKISTAN
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Tashkent, vasta operazione contro i leader economici

Arrestati numerosi imprenditori. Scarse notizie ufficiali, si ipotizzano reati fiscali e corruzione. Analisti dicono che il presidente Karimov sta attuando un cambio “generazionale”. E dicono che non ci saranno effettivi cambiamenti per la popolazione.

Tashkent (AsiaNews/Agenzie) – E’ in atto in Uzbekistan una vasta operazione contro diversi tra i più importanti imprenditori del Paese, con decine di arresti. Sono scarse le notizie ufficiali e mentre qualcuno parla di corruzione, altri ipotizzano che il presidente Islam Karimov voglia smantellare vecchi gruppi di comando per sostituirli con persone più giovani a lui fedeli.

Tra le ultime notizie, fonti attendibili del ministero delle Finanze hanno riferito che le autorità revocheranno la licenza della Banca Alp Jamol e che tutti i depositi individuali saranno trasferiti alla statale Xalq Bank, mentre non è chiaro il destino delle proprietà dell’istituto. Voci riportate dai principali siti internet d’informazione dicono che il presidente della banca Fazliddin Abdurashidov e il proprietario Mukhiddin Asomiddinov sono irreperibili ed è iniziata “un’ispezione” sull’istituto.

Nei giorni scorsi i siti web indipendenti hanno riportato l’arresto di vari magnati, quali Dmitry Lim, proprietario del Karavan Bazaar, maggior catena di supermercati del Paese, insieme a oltre 50 suoi dirigenti (ma altre fonti dicono che sia fuggito negli Usa, dove da tempo vivono moglie e figlio); Alik Nurutdinov, capo della primaria ditta di cemento Bekabad; Batyr Rakhimov, imprenditore e presidente della società calcistica di  serie A, Pakhtakor, mentre sarebbe latitante suo fratello Bakhtiyor Rakhimov. Pare sia stato “interrogato” uno dei due proprietari uzbeki della compagnia svizzera Zeromax, leader per il petrolio e il gas.

Fonti ufficiali ripetono che costoro sono tutti accusati di crimini finanziari, dall’evasione fiscale alla corruzione, senza meglio spiegare. Fanno notare come l’operazione sia conseguenza della decisa posizione anticorruzione assunta da Karimov sin da dicembre, quando nel discorso per l’anniversario dello Stato uzbeko dichiarò che “nel Paese non ci saranno oligarchie”.

Commentatori, come Aleksei Volosevich del sito web ferghana.ru, affermano che lo Stato ha bisogno di denaro e che accusare di reati o di azioni legali persone ricche è un modo “per portare molto denaro nelle casse statali”.

Altri esperti osservano che molti dei personaggi coinvolti sono al comando da decenni e che si potrebbe trattare di un’operazione per eliminare i vecchi gruppi di potere e aprire la strada a un nuova generazione, che resterebbe fedele alla famiglia Karimov anche quando l’attuale presidente lascerà il comando. Attraverso questi imprenditori si colpirebbero anche vecchi apparati politici come Zemlikhan Khaidarov, eminenza ombra del potere uzbeko sin dall’indipendenza del 1993, da molti indicato come vero proprietario di alcune tra le ditte colpite.

Surat Ikramov, attivista prodiritti, osserva che comunque questa campagna non servirà a combattere la diffusa corruzione ed evasione fiscale, perché è già successo che chi ha sostituito imprenditori caduti in disgrazia ha poi praticato analoghi metodi. Anche perché tutto avviene senza nemmeno informare i cittadini. Egli ricorda la liquidazione della Biznes Bank nel marzo 2005, quando la banca fu chiusa e ai risparmiatori non fu permesso di portare il denaro ad altro istituto di propria scelta, ma la Banca Centrale indicò a ognuno dove trasferire il deposito.

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