16/11/2016, 13.30
IRAN
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Teheran, allarme inquinamento: scuole e cantieri chiusi, persone a rischio barricate in casa

Il 14 novembre giorno più critico dell’anno. Il livello di particolato (PM2,5) ha toccato quota 156 microgrammi per mq; il massimo previsto dall’Oms è di 50. In un anno quasi 6mila persone decedute per malattie legate all’inquinamento. Carburanti e mezzi obsoleti e le sanzioni occidentali del passato hanno aumentato il problema. 

 

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - In Iran è allarme inquinamento soprattutto a Teheran, metropoli da 8,5 milioni di abitanti da giorni avvolta da una spessa coltre di smog. Le autorità della capitale hanno disposto la chiusura delle scuole, per evitare di esporre i bambini delle materne e delle elementari al pericolo delle polveri sottili. Secondo gli esperti il 14 novembre è stato “il giorno più inquinato dell’anno”, con valori di particolato (PM2,5) fino a 156 microgrammi per metro3.

Per capire la gravità della situazione, basta guardare al livelli fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in materia; per gli esperti, infatti, in una situazione di normalità i dati oscillano tra 0 e un massimo di 50. 

Le autorità iraniane hanno chiesto alle categorie “sensibili” della popolazione, fra cui bambini, anziani e persone con problemi respiratori, donne incinte, a evitare di uscire di casa o di restare all’aperto per il minor tempo possibile. Il Comitato di urgenza, che ha disposto la chiusura delle scuole, ha chiesto anche di fermare la vendita dei permessi di ingresso con l’auto nella capitale. 

Nei dintorni di Teheran diverse fabbriche e officine hanno rallentato la produzione; fermi anche tutti i cantieri edili della capitale e i lavori stradali in atto, per ridurre al minimo gli inquinanti. 

Ogni giorno circolano fino a cinque milioni di vetture, la maggior parte delle quali presentano difetti o non rispettano i requisiti minimi di tutela ambientale. Sono proprio queste vetture, altamente inquinanti, a produrre la maggior parte di PM2,5. 

Studi compiuti dall’Organizzazione per la difesa dell’ambiente, ente voluto dal presidente Hassan Rouhani, mostra che tra il marzo 2015 e marzo 2016 (in corrispondenza al 1394 del calendario iraniano) almeno 5834 persone sono morte a causa dell’inquinamento atmosferico. Decessi legati a una prolungata esposizione al particolato, il cui tasso medio si attesta ben al di sopra della soglia limite con un valore di 87,31 microgrammi per metro cubo.

Habib Kashani, membro della municipalità di Teheran, snocciola le cifre aggiornate: negli ultimi 23 giorni sono morte 412 persone nella capitale a causa delle PM2,5 e degli altri agenti inquinanti. E uno studio recente dell’Oms indica che la peggior città al mondo per presenza nell’atmosfera di particolato è Zabol, al confine orientale con l’Afghanistan. 

Del resto l’inquinamento è un problema annoso in Iran e, in particolare, nella capitale Teheran che è circondata da montagne e gode di scarsa ventilazione, indispensabile per disperdere lo smog nei periodo più critici dell’anno. Milioni di vetture congestionano le vie della metropoli e le raffinerie di petrolio contribuiscono ad acuire il problema. 

Il presidente Rouhani si è impegnato in prima persona in questi anni di mandato per affrontare il problema e alcuni provvedimenti sono già stati presi, come il blocco ai carburanti di cattiva qualità deciso nel 2014. Il greggio inquinante era retaggio della produzione negli anni in cui, alla guida del Paese, vi era il leader ultra-conservatore Mahmoud Ahmadinejad (2005-2013). Conosciuto con il nome di “essenza petrolchimica”, questo carburante inquinante è stato sostituito con un “Euro4” conforme alle norme europee in materia. 

Oltre ai carburanti, un’altra causa dell’inquinamento massiccio di questi anni sono le sanzioni economiche imposte dall’Occidente a Teheran per il programma atomico, poi rimosse - almeno in parte - in seguito all’accordo sul nucleare. AsiaNews già in passato denunciava la situazione drammatica del Paese in tema di ambiente, determinata fra gli altri dal blocco delle esportazioni di tecnologia e componenti per la raffinazione e l'estrazione di gas naturale.

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