26/07/2007, 00.00
IRAN – ONU
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Teheran, il nucleare “vitale come l’aria” per il Paese

L’Iran conferma l’intenzione di portare avanti il programma di arricchimento dell’uranio e fa il muso duro ma cerca un accordo con i rappresentanti Onu per evitare una nuova serie di sanzioni.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Il programma di arricchimento dell’uranio è “vitale come l’aria che respiriamo”: lo ha affermato in un’intervista al quotidiano britannico The Independent il capo dei negoziatori iraniani per il nucleare, Ali Larijani, ribadendo che “non verranno fermate le centrifughe della centrale di Natanz” anche se il presedente americano Bush ha offerto in cambio “garanzie per la sicurezza” del Paese.

Larijani dice di parlare a nome del leader spirituale, l’ayatollah Ali Khamenei, e del presidente Mahmoud Ahmadinejad e sottolinea il completo accordo sulla questione nucleare, “essenziale per il Paese”. Una posizione di intransigenza che non facilita il lavoro dell’inviato per la politica estera Ue Javier Solana che chiede all’Iran di fermare il programma atomico, mentre il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sta elaborando una nuova serie di sanzioni economiche. Per Bruxelles la sospensione del programma di arricchimento dell’uranio è essenziale per una ripresa del dialogo, ma Teheran ha più volte ribadito di non prendere nemmeno in considerazione l’eventualità. Nemmeno precise garanzie da Washington circa la “sicurezza” per il Paese e la promessa che non verranno tentati “rovesciamenti del potere” sembra scalfire le posizioni: “Non abbiamo bisogno – ribadisce Ali Larijani – di garanzie sulla sicurezza dagli americani e non vedo alcun nesso fra le due cose: sarebbe come se vi chiedessi se siete disposti a smettere di respirare nel caso in cui l’America garantisse la vostra salvezza”. Egli ha infine dichiarato che una proposta iraniana di creare un consorzio internazionale che sviluppasse il programma di arricchimento dell’uranio in territorio iraniano è stata respinta dagli americani. “Essi non vogliono – conclude il diplomatico iraniano – che il nostro Paese sviluppi una tecnologia nucleare ma si sbagliano, perché noi abbiamo già acquisito questo livello di conoscenze”.

A dispetto di una sicurezza di facciata, Teheran ha comunque avviato una serie di colloqui con i rappresentanti dell’agenzia Onu per l’energia atomica (Aiea), con la speranza di raggiungere una soluzione “tecnica e legale” prima che la crisi divampi in sede di consiglio Onu a settembre. Settimana prossima gli ispettori visiteranno il complesso di Arak, ancora in fase di costruzione, 4 mesi dopo la loro cacciata decisa dal governo iraniano in risposta alla prima serie di sanzioni. 

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