29/09/2020, 08.52
IRAN
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Teheran, l’avvocata Nasrin Sotoudeh interrompe lo sciopero della fame

L’attivista aveva promosso la protesta l’11 agosto per sensibilizzare sui rischi per i detenuti in tempo di pandemia da nuovo coronavirus. Il 19 settembre è finita d’urgenza in ospedale per problemi cardiaci. Quattro giorni più tardi è tornata in cella. L’appello di ong e attivisti per la liberazione e cure mediche adeguate. Deve scontare una pena di 38 anni e mezzo di prigione e  148 frustate.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - L’avvocata pro diritti umani iraniana Nasrin Sotoudeh, condannata al carcere e frustate per aver difeso le donne promotrici della campagna contro il velo obbligatorio, ha interrotto lo sciopero della fame in cella per motivi di salute. A darne comunicazione è il marito Reza Khandan, con un annuncio sui social pubblicato in questi giorni. L’attivista aveva iniziato la protesta l’11 agosto scorso nella prigione di Evin, alla periferia di Teheran, per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi che corrono i detenuti con la pandemia di nuovo coronavirus in atto. 

Il 19 settembre scorso Nasrin Sotoudeh è stata trasportata d’urgenza in ospedale, per un grave scompenso cardiaco. Tuttavia, solo quattro giorni più tardi le autorità hanno deciso di riportarla in prigione, interrompendo le cure e sollevando il disappunto e lo sconcerto di ong pro diritti umani e di esperti indipendenti delle Nazioni Unite. “È incomprensibile - si legge in una nota - che le autorità iraniane la conducano di nuovo in prigione, dove è a rischio Covid-19 in un quadro clinico generale di salute serio”. Da qui l’appello, perché possa contare su “cure mediche adeguate”. 

Esperti e attivisti hanno rilanciato la battaglia dell’avvocata, perché i vertici di Teheran concedano la libertà provvisoria a legali, difensori dei diritti umani, persone incarcerate con doppia nazionalità, prigionieri di coscienza e politici e a quanti sono in cella senza accuse chiare. A loro, spiega la nota, va concesso il rilascio nel contesto attuale di emergenza a causa della pandemia di Covid-19. 

In questi mesi il nuovo coronavirus ha colpito quasi 450mila persone e ne ha uccise oltre 25mila, secondo le stime ufficiali della Johns Hopkins University. 

Nelle scorse settimane Nasrin Sotoudeh, in carcere dal giugno 2018 e vincitrice nel 2012 del premio Sakharov del Parlamento Ue per la libertà di pensiero, si è nutrita solo con acqua, tè, zucchero e sale, sollevando più di una preoccupazione nella cerchia degli amici e dei familiari. La donna deve scontare una pena di 38 anni e mezzo di prigione, cui si sommano 148 frustate. Prima di fare richiesta per la libertà su cauzione devono trascorrere almeno 12 anni. 

L’avvocato e attivista famosa in patria e all’estero per le sue battaglie era già stata in carcere dal 2010 al 2013, per aver difeso casi delicati riguardanti detenuti politici. Nel 2015 ha promosso una protesta durata diverse settimane, per poter continuare a esercitare la professione legale. Nonostante la sua prigionia, Sotoudeh non si è mai piegata agli abusi e ai ricatti; a marzo aveva promosso un primo sciopero della fame, per protestare contro le (pessime) condizioni carcerarie. 

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