26/01/2006, 00.00
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Teheran chiede aiuto a Russia e Cina per evitare sanzioni per il nucleare

L'inviato del governo iraniano, oggi a Pechino, esprime un parziale consenso alla proposta di Mosca di arricchire in Russia il combustibile nucleare, a favore della quale si dice la Cina. Pressioni statunitensi sull'India per portare la questione al Consiglio di sicurezza, alla vigilia dell'incontro di Londra con gli europei.

Pechino (AsiaNews /Agenzie) - L'Iran cerca l'appoggio di Russia e Cina per evitare di essere portato davanti al Consiglio di sicurezza per il suo programma nucleare. Ali Larijani, segretario del Consiglio nazionale iraniano per la sicurezza è arrivato oggi a Pechino, provenente da Mosca, dove ha manifestato un parziale consenso al piano che prevede l'arricchimento dell'uranio iraniano in Russia.

L'ambasciata iraniana a Pechino ha confermato la visita, di un giorno, di Larijani, limitandosi ad aggiungere che "incontrerà funzionari di alto grado per discutere di cooperazione bilaterale". Dal ministero degli esteri di Pechino proprio oggi è venuta una dichiarazione di sostegno alla proposta di Mosca. "Pensiamo – ha dichiarato Kong Quan, portavoce del  Ministero degli esteri – che quel progetto è un buon tentativo per uscire dall'impasse". Kang Quan ha poi ribadito la contrarietà del suo Paese a sanzioni contro l'Iran.

La decisione di Teheran di riprendere il programma di studio per l'arricchimento del combustibile nucleare ha infatti provocato la reazione negativa soprattutto da parte del mondo occidentale, che temono possa preludere alla costruzione di una bomba atomica. Il 2 febbraio l'Agenzia per l'energia atomica (Aiea) potrebbe decidere di deferire l'Iran davanti al Consiglio di sicurezza, dove sotto le pressioni di Stati Uniti ed Europa potrebbero essere decise sanzioni contro Teheran.

Unione europea e Stati Uniti stanno cercando di convincere Russia e Cina, strategici partner commerciali dell'Iran e membri permanenti del Consiglio di sicurezza, ad assumere una linea dura contro il progetto nucleare di Teheran.

La Cina ha finora sostenuto una politica di trattativa, parzialmente motivata dai suoi interessi economici nel petrolio e nel gas iraniano.

La visita di Larjiani a Pechino precede l'incontro che si terrà lunedì a Londra, nel quale il segretario di Stato americano Condoleezza Rice incontrerà i ministri degli esteri di Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia e Cina, per discutere dei decisivi colloqui dell'Aiea del 2 febbraio.

In vista di tale incontro, gli Stati Uniti stanno aumentando le loro pressioni. Martedì Robert Zoellick, viceministro al Dipartimento di Stato, ha ammonito il premier Wen Jiabao che i cinesi "nel loro stesso interesse per la sicurezza dell'energia,  dovrebbero prendere un'altra strada".

In India, l'ambasciatore David Mulford ha detto che se l'India non appoggerà la risoluzione dell'Aiea contro l'Iran "l'effetto sui membri del Congresso degli Stati Uniti, a proposito dei programmi di cooperazione nucleare civile tra Usa ed India sarà devastante".  "Credo – ha aggiunto – che il Congresso semplicemente smetterà di affrontare l'argomento". E ancora: "l'India deve decidere da che parte sta il suo interesse nazionale".

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