31/08/2006, 00.00
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Teheran continua il suo programma nucleare mentre scade l'ultimatum dell' Onu

Scelte provocatorie e dichiarazioni di fuoco prima della scadenza. Mentre si prospettano possibil sanzioni, Teheran cerca di dividere Europa da Usa.

Teheran (AsiaNews) - Oggi 31 agosto scade il termine fissato dal Consiglio di Sicurezza Onu perché Teheran fermi il suo programma nucleare, col rischio di subire sanzioni dalla comunità internazionale.

Oggi si attende che l'IAEA (l'agenzia internazionale per l'energia atomica) presenti un rapporto in cui si conferma che l'Iran non si è curato di sottostare alle richieste Onu.

Nei giorni scorsi la leadership iraniana ha sottolineato che essa intende perseguire i programmi di arricchimento dell'uranio cominciati da mesi. Tale processo produce combustibile nucleare per reattori, ma può anche produrre il materiale- base per bombe atomiche.

"La produzione di combustibile nucleare è uno degli obbiettivi strategici dell'Iran", ha detto Ali Larijiani, il negoziatore di Teheran per il nucleare. "Ogni azione tenente a limitare o a privare l'Iran [di questo] non fermerà il nostro Paese dal perseguire questo scopo".

Lo scorso 26 agosto il presidente Mahmoud Ahmadinejad ha inaugurato la nuova fase di un reattore ad acqua pesante nella zona di Arak. Questo tipo di reattori produce plutonio, che può anch'esso essere  usato come materiale nucleare al posto dell'uranio arricchito. In un chiaro segno di sfida verso l'Onu, il presidente ha riaffermato che l'Iran non abbandonerà mai il suo programma nucleare.

Il gruppo dei "5 + 1" (Usa, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina) e Germania si incontrerà ai primi di settembre per studiare una riposta. Le 6 potenze avevano proposto un pacchetto di benefici nel commercio, nella tecnologia e nella sicurezza, in cambio del congelamento del programma nucleare. Ma Teheran dapprima ha rifiutato; poi, in seguito all'ultimatum posto dall'Onu, ha detto di essere pronta a dialogare.

Nei prossimi giorni, anche al Palazzo di Vetro a New York si comincerà a parlare di sanzioni, sebbene sia noto che Russia e Cina finora sono stati contrari e hanno sempre sottolineato l'importanza del dialogo.

Negli ambienti diplomatici si sussurra che le prime possibili sanzioni potrebbero essere un embargo sulle forniture nucleari, e la negazione del permesso di entrata di  rappresentanti iraniani all'estero. In seguito vi potrebbero essere il blocco di conti del governo iraniano all'estero e restrizioni per i voli commerciali.

In un tentativo di dividere il fronte internazionale, ieri Ahmadinejad ha incontrato l'ex primo ministro spagnolo Felipe Gonzales e ha consigliato all'Europa di prendere una posizione diversa da quella degli Stati Uniti, notoriamente a favore delle sanzioni. "Le sanzioni – ha detto il presidente iraniano – non riusciranno a dissuadere gli iraniani nella loro decisione…. Sarebbe meglio per le nazioni europee di giungere a una decisione indipendente e risolvere il problema attraverso dei negoziati".

Mentre la leadership di Teheran si mostra spavalda, molti osservatori pensano che delle sanzioni potrebbero portare un brutto colpo all'economia iraniana , già provata. Secondo il governo in Iran il 10% della popolazione attiva – soprattutto fra i giovani - è disoccupata; ma esperti affermano che le cifre reali sono molto più alte.

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