18/02/2005, 00.00
vaticano - libano
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Telegramma del papa al patriarca Sfeir per la morte di Rafic Hariri

Città del Vaticano (AsiaNews) – "Un gesto criminale che offende Dio e gli uomini creati a sua immagine e somiglianza": così Giovanni Paolo II ha definito l'assassinio di Rafic Hariri, il magnate libanese saudita, il cui convoglio è stato colpito da un'autobomba in centro a Beirut lo scorso 14 febbraio.

Nel telegramma di cordoglio inviato dalla Segreteria di Stato al patriarca maronita card. Nasrallah Sfeir, il papa ha detto che prega "per la beneamata terra del Libano" e chiede a tutti i cattolici di "impegnarsi con perseveranza per la pace e la collaborazione con tutti" e creare "un avvenire di concordia nel paese e tra i popoli della regione".

Ecco il testo del telegramma, a firma del Card. Angelo Sodano, Segretario di Stato:

" In seguito al terribile attentato che è costata la vita al sig. Rafic Hariri, già Presidente del consiglio dei ministri della Repubblica Libanese, e a numerose altre persone,  il Santo Padre deplora con forza questo gesto criminale che offende Dio e gli uomini creati a sua immagine e somiglianza. Pregando con ardore per la beneamata terra del Libano,  egli implora ancora una volta la misericordia di dio sulla regione del Medio Oriente che aspira a una pace giusta e duratura. Il papa invita tutti i fedeli cattolici del Libano a impegnarsi con perseveranza per la pace e la collaborazione con tutti gli uomini di buona volontà per costruire, nel dialogo, un avvenire di concordia nel paese e tra i popoli della regione".

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