25/09/2013, 00.00
PAKISTAN
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Terremoto in Pakistan: 208 morti e oltre 370 feriti

Il sisma ha colpito ieri pomeriggio una zona remota della provincia sud-occidentale del Baluchistan. La scossa di magnitudo 7,7 è stata avvertita anche a New Delhi, in India. Migliaia gli sfollati a causa del crollo delle abitazioni; almeno il 90% delle case è andato distrutto. In arrivo generi di prima necessità e tende, ma mancano farmaci e strutture ospedaliere.

Islamabad (AsiaNews/Agenzie) - È di almeno 208 morti e oltre 370 feriti il bilancio - ancora provvisorio - del potente terremoto che ha colpito ieri pomeriggio alle 16.31 ora locale la provincia del Balochistan, nel sud-ovest del Pakistan, causando il crollo di centinaia di case. La scossa è stata avvertita con chiarezza anche nella vicina India, a New Delhi, dove gli edifici hanno oscillato per alcuni secondi. Secondo il Servizio geologico Usa il sisma di magnitudo di  7,7 si è propagato a circa 20 km nel sottosuolo, a nord-est di Awaran, lungo la strada che collega Quetta a Karachi.

Molte le case danneggiate, tanto da costringere migliaia di persone dell'area a dormire all'aperto. Il sisma è stato così forte da far emergere una piccola isola - larga 100 metri e alta nove - al largo della costa, poco distante dal porto di Gwadar, una zona franca teatro di importanti scambi commerciali. Il Balochistan è la più vasta fra le province pakistane ma, al contempo, anche la meno abitata a causa delle asperità della regione, spesso teatro di terremoti sul confine con l'Iran, come avvenuto lo scorso aprile.

I testimoni raccontano di migliaia di persone in preda al panico, intente a recitare versi del Corano e invocare Dio per ottenere conforto. Le autorità prevedono un aumento del numero delle vittime nelle prossime ore e lanciano appelli per la mancanza di medicine e luoghi attrezzati dove curare i feriti.  Casi più gravi vengono trasferiti a Karachi in elicottero, mentre gli altri vengono deviati nelle strutture dei distretti limitrofi. Funzionari dell'amministrazione di Awarn - circa 300mila abitanti in totale - riferiscono che "almeno il 90%" delle case del distretto è stato distrutto.

Il governo centrale ha inviato circa 200 soldati dell'esercito nella zona, per contribuire alle operazioni di recupero dei dispersi e di aiuto alla popolazione. Ad aggravare il bilancio dei morti, il fatto che la grande maggioranza delle case è costruita con fango e terra; poche le strutture in cemento, in maggioranza edifici governativi. Sono in arrivo alcuni team medici, generi di prima necessità e un migliaio di tende per ospitare gli sfollati.

L'area colpita dal sisma di ieri è teatro di una lotta separatista dei ribelli del Beluchistan, che attaccano di continuo le truppe dell'esercito di Islamabad, i simboli dello Stato, progetti di sviluppo e infrastrutture. Una fonte militare riferisce di spari a un convoglio che intendeva trasportare dottori nella zona del terremoto, ma non vi sono conferme indipendenti circa l'attacco che non ha causato feriti.

Gli esperti di sismologia e vulcanologia definiscono la zona dove è avvenuto il terremoto di ieri "fra le più complesse" della terra, perché punto di incontro della placca Indiana (sud-est), della placca Araba (sud-ovest) e della placca Eurasiatica (a nord). A generare il sisma sarebbe stata la faglia di Kirthar, la cui rottura potrebbe avere un'estensione pari a 200 km e che tocca la regione (montuosa e in gran parte desertica) del Baluchistan, che affaccia a sua volta sull'Oceano Indiano. 

 

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