10/08/2018, 12.27
GIAPPONE
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Tokyo, voti falsi alle studentesse per non farle entrare all’università

Un caso di corruzione rivela la discriminazione, che tuttavia secondo molti è risaputa. Ridotti anche i voti di chi provava da più volte. Le donne tenute lontane dalla professione medica perché “l’abbandoneranno in caso di gravidanza”. In Giappone, solo il 21% dei medici è donna. Il dato più basso dell’Ocse e la metà della media. Il governo lancia un’indagine su 81 atenei.

Tokyo (AsiaNews) – Abbassavano i voti delle candidate donne per assicurare l’ingresso a una maggioranza di candidati maschi. È lo scandalo di corruzione e discriminazione esploso negli scorsi giorni in Giappone, con al centro del ciclone la Tokyo Medical University.

La verità sulle manipolazioni dei voti è uscita nel contesto di un’indagine per corruzione. Due burocrati sono stati fermati per aver pagato l’ammissione dei figli. Dalle indagini è emerso che la commissione gonfiava i voti dei candidati in linea ai desideri dell’ateneo, abbassandoli alle donne e ad altri candidati maschi che ripetevano la prova da più volte. Sembra che la pratica andasse avanti dal 2006.

Il caso non sembra essere isolato. I medici donna sanno che l’asta è per loro “più alta”. La professione medica in Giappone è una prerogativa maschile: nel 2016, i medici donna erano appena il 21%, il dato più basso di tutti i Paesi dell’Ocse, corrispondente alla metà della media. Secondo fonti di Kyodo, le università di medicina hanno un tetto massimo del 30% di ammissioni femminili. Le donne sono considerate inadeguate per la professione perché destinate ad abbandonarla in caso di gravidanza.

Contattata da AsiaNews, suor Nabuko Immaculata Taniguchi delle Suore della Carità di Gesù, esprime tristezza per le “le ragazze che hanno studiato con accanimento e forte volontà per diventare dottoresse”. “Questo è il problema non solo del mondo medico – spiega – ma dell'occupazione femminile in tutte le aree di lavoro in Giappone. Nella società giapponese, per le donne, è ancora difficile ottenere e mantenere un lavoro stabile anche in caso di maternità”.

“È deplorevole che abbiano tolto a queste ragazze l'occasione di studiare prima di iniziare, e abbiano fatto entrare ragazzi ricchi. Come potranno imparare la maturità umana necessaria alla professione medica da questi professori?”

P. Antonio Camacho, missionario del Guadalupe e responsabile di cinque parrocchie a Kyoto, non è sorpreso dallo scandalo. “È risaputo che vi è una pratica discriminatoria – commenta – ma nessuno aveva mai detto niente prima. Ora non sappiamo cosa accadrà, ma credo che le commissioni legali e le ragazze faranno ricorso alle autorità universitarie”.

Il governo corre ai ripari e annuncia un’indagine sulle università di medicina, per verificare che la manomissione non sia avvenuta anche in altri atenei. Yoshimasa Hayashi, ministro dell’Istruzione, condanna l’episodio, definendolo un “estremamente inappropriato e un problema serio che ha eroso la fiducia nelle nostre università”. Il ministero ha inviato questionari a 81 università, a cui gli atenei dovranno rispondere entro il 24 agosto, fornendo i risultati degli esami di accesso degli ultimi sei anni. Qualora vi fossero significative disparità fra i generi o le fasce d’età, l’istituto dovrà fornire spiegazioni. Qualora insoddisfacenti, le autorità condurranno ulteriori indagini e ispezioni.

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