24/01/2012, 00.00
GIAPPONE
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Tokyo accresce la pressione fiscale, ma (forse) senza risultati

Le tasse sulle vendite da raddoppiare al 10%. La Banca centrale rivede le stime di crescita al ribasso (2%). L’economia è in crisi per una riduzione delle esportazioni in Europa e Usa. Il valore dello yen cresciuto del 17% in due anni. LO sforzo di decontaminare Fukushima.
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Il primo ministro Yoshihiko Noda ha deciso di varare riforme fiscali e di sicurezza sociale per ridurre il debito abissale in cui si trova il Paese. Egli ha anche chiesto all’opposizione di lavorare insieme per giungere a una “politica decisiva”.

Aprendo la nuova sessione del parlamento, Noda ha promesso di presentare entro marzo una legge che raddoppi dal 5 al 10% le tasse sulle vendite. La legge dovrebbe essere attuata entro il 2015.
La proposta di Noda giunge proprio mentre la Banca centrale del Giappone rivede al ribasso le prospettive di crescita del Paese nel 2012, dal 2,2 al 2%.

Per la prima volta dal 1980, il Giappone non ha surplus commerciale. La Banca centrale spiega che “l’attività economica giapponese è rimasta più o meno piatta, soprattutto per gli effetti di un rallentamento nelle economie straniere e per l’apprezzamento dello yen”. La crisi del debito in Europa e negli Usa ha ridotto le esportazioni del Giappone e ha contribuito al rafforzamento dello yen, il cui valore negli ultimi due anni è cresciuto del 17%.

Il governo ha spiegato oggi che, anche con le tasse al 10%, il Paese non sarà in grado di pareggiare il bilancio nemmeno entro il 2020. Il Giappone ha il più vasto debito pubblico al mondo, pari al 200% del Pil. Esso però è in massima parte posseduto dagli stessi giapponesi.

La proposta di alzare le tasse trova però d’accordo solo il 57% dei giapponesi. Alla sessione di oggi, Noda ha anche promesso di potenziare gli sforzi per decontaminare la zona attorno alla centrale nucleare di Fukushima, e di compensare coloro che sono stati danneggiati dalla crisi del nucleare.
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