13/10/2009, 00.00
GIAPPONE - COREA
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Tokyo e Seoul sempre più vicine

di Pino Cazzaniga
Le due nazioni nemiche durante la Seconda guerra mondiale, fanno ora progetti in comune: tunnel sottomarini; libri di storia; una visita dell’imperatore Akihito a Seoul… Verso una Comunità dell’Asia orientale.

Tokyo (AsiaNews) – Il progetto di un tunnel sottomarino che colleghi il Giappone alla Corea del Sud; la proposta di scrivere in comune un libro di storia che affronti anche periodi dolorosi come l’occupazione nipponica del secolo scorso: sono due proposte emerse in questi giorni durante la visita di Yukio Hatoyama a Seoul, che fanno pensare a un forte ravvicinamento fra i due Paesi.

“Vicini e lontani” è il ritornello che da oltre un secolo si sente ripetere sulle due sponde del Mar del Giappone (o del Mar Orientale, come preferiscono chiamarlo i coreani) per indicare le relazioni tra l’arcipelago nipponico e la penisola coreana. “Vicini” geograficamente, “lontani” psicologicamente.

La storia obbliga a imputare la penosa situazione al Giappone, che annessosi la Corea nel 1910 l’ha dominata per 35 anni, tentando di privarla della sua identità culturale, sfruttandone le risorse e trasferendo in Giappone decine di migliaia di suoi cittadini per obbligarli a lavori forzati.

La situazione di estraneità emotiva è continuata nei decenni del dopoguerra assecondata da forti correnti nazionaliste giapponesi responsabili di pubblicazioni di testi di storia annacquati e tenuta viva dalle ostinate visite di politici del partito liberal democratico (Ldp) al santuario scintoista Yasukuni, simbolo del militarismo nipponico degli anni ’30 e ’40.

Il 9 ottobre, durante una conferenza-stampa congiunta, l‘infelice ritornello è stato eliminato: il premier giapponese Yukio Hatoyama, in visita di Stato a Seoul, e il presidente sud-coreano Lee Myung-bak lo hanno cambiato in “vicini-vicini”.

Avvicinamento storico

Le circostanze della visita mostrano che il cambiamento dell’espressione non è dovuto a cerimoniali diplomatici. Due giorni prima (7 ottobre) a Tokyo il nuovo ministro degli esteri giapponese, Katsuya Okada, parlando al club dei corrispondenti stranieri, ha detto che sarebbe “ideale” se le tre nazioni confinanti (Cina, Giappone e Corea del Sud) pubblicassero assieme un libro di storia per eliminare le controversie sull’interpretazione degli eventi storici regionali. È la prima volta che un alto ufficiale governativo giapponese in carica discute la possibilità di pubblicare un libro di storia di tal genere.

Immediata e positiva la reazione di Seoul. Il portavoce del presidente Lee ha detto: “E’ buona l’idea di fare un testo di scuola (di storia) basato sul comune riconoscimento delle storie passate delle tre nazioni dell’Asia. Tuttavia sarà un progetto lungo e penoso”. L’ultima frase non indebolisce l’assenso ma sottolinea solo la difficoltà dell’impresa. Anche Okada, del resto, consapevole dell’onerosità dell’opera aveva aggiunto: “Come primo passo verso la pubblicazione del testo, [le tre nazioni] devono implementare uno studio comune della storia.”

Ma è soprattutto la visita in se stessa che indica l’effettivo avvicinamento delle due nazioni. A questo riguardo notiamo tre fatti. Primo, la visita di Hatoyama in Corea è avvenuta solo tre settimane dopo la sua elezione a primo ministro (16 settembre). Secondo, l’iniziativa è partita dal presidente sud-coreano che ha invitato il nuovo premier giapponese a Seoul. Terzo, è la prima volta che un presidente giapponese compie la prima visita di stato all’estero in Corea.

A Seoul Hatoyama si è fermato meno di una giornata, perché il giorno dopo era in programma a Pechino un colloquio a tre (lui, il primo ministro cinese Wen Jiabao, e Lee Myung-bak) sul problema della Corea del nord. In questo tempo limitato sono stati trattati due argomenti di importanza capitale: il miglioramento delle relazioni tra le due nazioni e il problema nord-coreano.

Circa il miglioramento delle relazioni Hatoyama ha ricordato di proposito la dichiarazione che nel 1995 l’allora primo ministro giapponese Tomiichi Murayama (socialista) ha fatto in occasione del 50mo anniversario della fine della guerra del Pacifico (II Guerra mondiale). In essa il premier di allora, a nome del governo, riconosceva che il Giappone aveva inflitto danni e sofferenze a molte nazioni, specialmente in Asia “attraverso il dominio coloniale e l’aggressione”. Citandola, Hatoyama ha detto che il popolo (giapponese) deve capire che questa dichiarazione è un modo di pensare molto importante. “Questo nuovo governo, ha aggiunto, ha il coraggio di procedere in questa materia con gli occhi bene aperti sulla storia”.

Nella conferenza stampa dopo l’incontro, Lee, lodando Hatoyama, ha detto: “Ho altamente apprezzato la chiarezza del primo ministro nel guardare al passato, la sua sincerità e apertura di mente nell’impegno di stabilire relazioni orientate al futuro”.

Rifiuto della tattica a “fette di salame”

Circa il problema nucleare della Corea del Nord, Lee ha detto: “Siamo d’accordo per una soluzione fondamentale e globale che non conduca alla tattica usata nel passato e abbiamo convenuto di lavorare strettamente insieme sulla via che conduce a risolvere il problema in un solo passo (single-step)”

 La tattica di “un passo alla volta” (step by step) è quella che il dittatore Kim Jong-il adotta da una decina di anni per ottenere “passo dopo passo”, appunto, il massimo di benefici con il minimo di concessioni.  L’idea della soluzione a “un solo passo” (single step solution) e’ stata proposta un mese fa dallo stesso presidente sudcoreano, che ha esortato a porre fine alla tattica a “fette di salame” (“salami tactic”) cara a Pyongyang. L’espressione è stata coniata in Europa 60 anni fa per indicare la strategia usata dai partiti stalinisti per eliminare uno dopo l’altro i partiti democratici nei paesi dell’Europa orientale e arrivare al potere.

La visita dell’imperatore Akihito in Corea

Il 15 settembre Lee, in un’intervista rilasciata all’agenzia giapponese Kyodo News, ha proposto una visita dell’imperatore Akihito in Corea.: “La Corea e il Giappone hanno avuto difficoltà per migliorare le relazioni a causa del passato” ha detto. “L’imperatore ha viaggiato in tutto il mondo, ma non ha potuto visitare la Corea. Ho fiducia che le relazioni tra Corea e Giappone migliorerebbero rapidamente se egli visitasse la Corea”.

 Che l’imperatore Akihito ha visitato molte nazioni, compresa la Cina, è vero. Che  non ci siano difficoltà per la visita in Corea è un altro problema. Il periodo proposto dal presidente sud-coreano è l’anno 2010, che corrisponde al centenario della forzata annessione della Corea al Giappone (1910).

Una domanda a Hatoyama su questo tema da parte dei giornalisti era scontata. Il premier giapponese ha risposto con molta cautela. “C’è la questione - ha detto - di quanto il primo ministro (giapponese) può intervenire in questa materia. Non posso commentare ulteriormente ma apprezzo  il fatto che il presidente Lee ha espresso questo suggerimento”.

Un tunnel sotto il Mar del Giappone

Da circa 30 anni si discute la possibilità di costruire un tunnel sotto il mare che unisca il Giappone e la Corea. Sembra che il piano stia per realizzarsi. Il gruppo di ricerca, composto da membri delle due nazioni, ha deciso di radunarsi l’8 gennaio per formare il comitato di costruzione

Il tracciato non è ancora definitivo, ma pare certo che il punto di partenza dal Giappone sarà la città di Karatsu nella prefettura di Saga, che si affaccia sul mar del Giappone. Con una lunghezza di 209 km sarà il tunnel più lungo del mondo. Il costo sarà enorme: 300 mila miliardi di yen [circa 3335 miliardi di euro].

Hatoyama il 24 settembre, parlando all’Assemblea generale dell’Onu, ha detto che il cambiamento di potere in Giappone aiuterà la nazione a essere “un ponte” per il mondo. Come prima realizzazione di unità tra nazioni egli desidera impegnarsi perché si realizzi una Comunità dell’Asia Orientale sul modello dell’ Unione Europea. In tale contesto il tunnel sotto il mare che unirà le due nazioni assumerà la funzione di simbolo.

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