14/04/2005, 00.00
VATICANO – CONCLAVE – INDIA
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Toppo, un tribale nel collegio cardinalizio

Missione, impegno sociale e libertà religiosa i punti focali dell'azione pastorale dell'arcivescovo indiano di Ranchi.

Città del Vaticano (AsiaNews/Agenzie) - Il cardinal Telesphore Placidus Toppo, 65 anni, è arcivescovo di Ranchi, capitale dello stato indiano dello Jarkhand. Nominato cardinale da Giovanni Paolo II nel concistoro dell'ottobre 2003, appartiene all'etnia tribale degli oraon: è il primo membro di una popolazione indigena ad essere diventato cardinale.

Guida la diocesi di Ranchi dal 1985: in questi anni si è distinto per il forte impegno missionario, per la promozione sociale dei tribali (molto presenti nello Jharhkand e nel vicino Bihar) attraverso progetti educativi e di riabilitazione dei lebbrosi, interventi in favore dei tossicodipendenti. Durante il recente tsunami ha trascorso alcuni giorni nel Tamil Nadu (stato molto colpito dal maremoto) visitando le opere di soccorso delle varie organizzazioni cattoliche.

Toppo si è espresso in maniera molto decisa sul tema delle conversioni al cristianesimo, uno dei pretesti usati dai fondamentalisti indù per attaccare i missionari e i cristiani in India. Egli ha respinto le accuse di "conversioni forzate" ("Non le approviamo, sono contrarie alla teologia cattolica") affermando che "se è provato che una conversione è avvenuta in maniera non libera, il suo battesimo non viene registrato".

Al tempo stesso l'arcivescovo di Ranchi ha affermato la sua contrarietà alle leggi anti-conversioni in vigore in alcuni stati indiani, che obbligano i convertiti a segnalare la loro nuova appartenenza religiosa alle autorità statali: "Non è possibile che venga considerato un male il fatto che delle persone abbraccino una religione secondo la loro coscienza". Anzi, il cardinale ha sempre rimarcato il valore positivo della missione cristiana tra i tribali anche da un punto di vista sociale: "Il Vangelo ha ridato dignità alla mia gente" ha più volte ripetuto Toppo parlando della grande opera evangelizzatrice nel Chotanagpur (la sua terra) in particolare tra gli indigeni, all'ultimo posto nell'organizzazione sociale delle caste indù.

Nel suo ultimo messaggio natalizio Toppo ha chiesto a tutti i cittadini indiani di impegnarsi perché l'India torni ad essere un paese dove le varie religioni convivano in modo pacifico: "Tutte le religioni ci insegnano l'amore per gli altri, nessuna invita alla discriminazione e all'odio. Dobbiamo superare l'immagine di violenza nata dai recenti incidenti di matrice religiosa".

Fino al marzo scorso Toppo è stato presidente della Conferenza episcopale indiana di rito latino; attualmente è responsabile dell'Ufficio per l'evangelizzazione della Federazione dei vescovi asiatici. Giovanni Paolo II lo aveva nominato uno dei 4 presidenti delegati dell'XI Assemblea Generale del Sinodo dei vescovi, prevista a Roma dal 2 al 29 ottobre 2005, sul tema dell'Eucaristia.

In India, su 1 miliardo e 28 milioni di abitanti (per l'80% indù), i cristiani sono il 2,3% della popolazione, cioè 24 milioni di persone. I cattolici sono circa 16 milioni.  (LF)
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