11/10/2005, 00.00
CINA
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Torna a casa il deputato picchiato e scomparso sulla strada di Taishi

L'uomo cercava di aiutare il "villaggio che lotta per la democrazia" con la sua esperienza politica. Dopo l'attacco era sparito nel nulla.

Guangzhou (AsiaNews/Scmp) – Lu Banglie, deputato cinese malmenato e scomparso l'8 ottobre mentre si recava al villaggio di Taishi (nella provincia meridionale del Guangdong), è riapparso la notte del giorno dopo nell'Hubei, sua provincia natale (Cina centrale). Gli abitanti di Taishi sono ormai famosi da mesi per il braccio di ferro con il governo allo scopo di rimuovere il capo-villaggio, accusato di corruzione e malversazione.

Lu, 34enne deputato dell'Assemblea del Popolo di Zhijiang – nella provincia centro orientale dell'Hubei – dice di aver perso conoscenza dopo essere stato malmenato. "Mi hanno preso a pugni e calci – dice il politico dalla casa di Yao Lifa, ex deputato dell'Assemblea del Popolo di Qianjiang – e non so cosa sia successo dopo quell'episodio". Yao dichiara di aver sentito l'amico al telefono, prima di rivederlo, e di averlo trovato "spaventato e nervoso". L'unica altra cosa che Lu ricorda è di essere stato accompagnato a Changsha, nell'Hunan. Dice di essere tornato a casa alle 6 del pomeriggio di domenica 9 ottobre. "Mi gira la testa – continua – mi fa male ed ho le spalle ferite, ma per il resto mi sento normale. Non so se ho riportato fratture interne".

L'attacco contro Lu è l'ultimo di una serie di violenze contro giornalisti, giuristi ed avvocati che provano ad entrare a Taishi: questi vengono attaccati, molestati e spesso malmenati da bande criminali che ogni volta sottolineano di essere "abitanti del villaggio".

Lu Bangying, sorella maggiore del politico, dice: "E' arrivato a casa, si è lavato i vestiti e mi ha detto che non poteva aiutarmi con le faccende domestiche perché doveva partire per Yichang [città vicina ndr] e sarebbe tornato in 1 o 2 giorni". La donna aggiunge che subito dopo l'uscita del fratello sono arrivati a casa dei quadri del Partito di Liuxiang, tra cui un rappresentante di nome Ma Guohua, per vedere se fosse tornato e cosa aveva detto.

La donna dice di non aver notato alcuna ferita sul corpo del fratello ma Benjamin Joffe-Watt - corrispondente del britannico The Guardian che si trovava con lui al momento dell'attacco – dice che gli assalitori "lo hanno fatto cadere per terra, lo hanno preso a calci e lo hanno colpito in testa più e più volte".

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