20/08/2009, 00.00
RUSSIA
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Torna la religione nelle scuole russe, sotto l’egida del Cremlino

In 12 mila scuole pubbliche della Federazione verrà introdotta da quest’anno una nuova materia: “Formazione spirituale e morale”. Entro il 2012 tutti gli istituti russi dovranno attivare il corso che prevede la possibilità di studiare cristianesimo ortodosso, islam, giudaismo o buddismo. Per le minoranze religiose è un altro segno dell’alleanza tra il Cremlino ed il Patriarcato di Mosca.

Mosca (AsiaNews/Agenzie) – Dopo oltre 90 anni dalla rivoluzione sovietica, la religione diventerà disciplina ufficiale nelle scuole pubbliche russe entro tre anni. Gli studenti delle scuole elementari potranno seguire i corsi di “Formazione spirituale e morale” scegliendo di studiare tra quattro religioni tradizionali: cristianesimo ortodosso, islam, giudaismo o buddismo. Le lezioni si svilupperanno lungo tre linee formative: fondamenti della cultura religiosa, fondamenti di una delle religioni tradizionali, fondamenti di etica pubblica.

Il ritorno della religione nelle scuole della Russia avviene sotto l’egida del Cremlino. Il 24 luglio scorso, in occasione dell’incontro con i leader delle religioni tradizionali presenti nel Paese, è stato il presidente Dmitry Medvedev in persona a dare l’annuncio. Ora Andrei Fursenko, ministro per l’eduzione e la scienza della Federazione, entra nei dettagli del progetto pilota che da settembre interesserà 18 regioni e 12 mila scuole, un quinto degli istituti della Federazione. Il costo dell’operazione sarà di “centinaia di milioni di rubli” che graveranno in parte sul bilancio federale. Il ministro ha tenuto a sottolineare che “questi soldi non verranno sprecati” e serviranno a produrre i nuovi libri di testo e a coprire i costi necessari per gli stipendi dei 44mila insegnanti. Questi ultimi, per l’anno scolastico 2009-2010, verranno selezionati tra il corpo docente già in servizio e seguiranno una formazione specifica. Dopo il divieto assoluto del periodo sovietico, la religione torna così tra i banchi di scuola. In realtà già nell’agosto del 2006 le regioni di Belgorod, Bryansk, Kaluga and Smolensk avevano inserito nei loro programmi lo studio opzionale della storia dell’ortodossia russa. Alle polemiche sollevate dalle minoranze religiose, soprattutto dalla comunità musulmana, aveva risposto proprio Fursenko. Già ministro dell’educazione, allora aveva affermato che “i bambini devono conoscere la storia della religione e le culture religiose”, aggiungendo che “i libri di testo avrebbero trattato il mondo delle religioni nel suo complesso, con particolare attenzione all’ortodossia russa”.

A tre anni di distanza da quel primo esperimento, l’annuncio dell’introduzione della “Formazione spirituale e morale” nelle scuole allarma di nuovo le confessioni minoritarie che vedono nel nuovo progetto del Cremlino un tentativo di affermare l’ortodossia come elemento portante dell’identità nazionale. Secondo recenti sondaggi il 72,6% dei russi si considera ortodosso, ma solo il 3% di essi va in chiesa ogni settimana. Nonostante questo, il Cremlino sostiene e promuove un nuovo protagonismo del Patriarcato di Mosca. In questo modo Medvedev intende cementare su valori comuni l’identità nazionale e nel contempo cerca un appoggio alle politiche governative per arginare la disgregazione del tessuto sociale e rispondere allo smarrimento dei giovani.

Medvedev assicura che “ogni forzatura e pressione [a frequentare i corsi] sarà assolutamente considerata inaccettabile e controproducente”, il ministro Fursenko sottolinea che “tutti i materiali didattici dovranno essere ben graditi alle diverse confessioni, così come degli atei”. Lo stesso varrà per i libri di testo: “Anche se saranno preparati da ortodossi - ha detto Fursenko -  i rappresentanti delle religioni esprimeranno il loro parere in merito”.

 

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