19/06/2007, 00.00
SRI LANKA
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Totale solidarietà dei vescovi verso i tamil costretti a lasciare Colombo

di Melani Manel Perera
In un messaggio pubblicato da due giornali cattolici del Paese, la conferenza episcopale dello Sri Lanka ha espresso tutta la sua solidarietà nei confronti della comunità tamil costretta ad abbandonare le proprie case e attività. I vescovi si appellano agli articoli della costituzione relativi ai diritti fondamentali dell’uomo.

Colombo (AsiaNews) – In un messaggio pubblicato su due giornali cattolici (English Messenger e Sinhala Pradeepaya) la conferenza episcopale dello Sri Lanka (Cbcsl) ha espresso tutta la sua solidarietà verso la comunità tamil costretta a lasciare Colombo.

Sono stati i vescovi Vianney Fernando di Kandy e Norbert Andradi di Anuradhapura, rispettivamente presidente e segretario generale della conferenza episcopale dello Sri Lanka, a parlare per sottolineare che “le persone innocenti devono avere la possibilità di vivere in sicurezza”. A tal proposito i vescovi hanno citato gli art. 12 (3) e art. 14 (1) (h) della costituzione del Paese in materia di diritti umani, secondo i quali “ogni cittadino ha il diritto di spostarsi e scegliere il proprio luogo di residenza all’interno dello Sri Lanka”. Non sono comunque mancate parole di apprezzamento nei confronti del presidente che ha subito ordinato un’indagine sui fatti.

La Cbcsl invita il governo e le altre autorità ad impedire in futuro qualsiasi limitazione alla vita di civili innocenti che desiderano spostarsi liberamente nel Paese. AsiaNews ha incontrato alcune persone costrette a lasciare le loro terre e ne ha percepito la paura. Questa gente non vuole ricordare e si domanda in che modo venga loro garantita la sicurezza.

Nel frattempo il Congresso delle religioni dello Sri Lanka ha pubblicato una dichiarazione congiunta firmata dal venerabile Bellanvila Wimalarathana Nayaka Thero e dall’arcivescovo Oswald Gomis in merito alla vicenda della deportazione dei tamil da Colombo. “Siamo profondamente addolorati e angosciati – si legge nella dichiarazione – per le deportazioni, i rapimenti e gli omicidi di civili innocenti e indifesi. Condanniamo con forza una tale azione inumana che va contro ogni religione”.

Durante la conferenza stampa che si è svolta il 15 giugno alla presenza di esponenti buddisti, indù, musulmani, monaci e sacerdoti, il congresso ha invitato tutta la gente dello Sri Lanka “a lottare incessantemente per costruire un luogo dove tutti possano vivere in pace, armonia e dignità secondo i valori della religione che negli anni hanno arricchito il Paese”.

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