08/12/2012, 00.00
VIETNAM – ASIA
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Transparency International: aumenta la corruzione in Vietnam, Laos e Cina

Il rapporto 2012 sul Corruption Perceptions Index mostra un peggioramento nei tre Paesi. Hanoi attraversa una fase incerta, tra scandali e gestione inefficiente. La Corea del Nord sempre in fondo alla classifica Di contro, leggero miglioramento in Myanmar e Cambogia anche se il quadro è sempre negativo.

Hanoi (AsiaNews/Agenzie) - Vietnam, Laos e Cina hanno perso un numero "significativo" di posizioni, nella speciale classifica globale che prende in esame l'indice della corruzione percepita. È quanto emerge dal rapporto annuale di Transparency International (TI), osservatorio mondiale sul fenomeno della corruzione con base a Berlino, in Germania. Nell'edizione 2012 (clicca qui per l'elenco completo), così come in passato, in vetta alla speciale - e poco invidiabile - classifica vi è la Corea del Nord, che nei mesi scorsi ha registrato il passaggio dei poteri alla "terza generazione" dopo la morte di Kim Jong-il, al quale è succeduto il terzogenito Kim Jong-un.

Hanoi è precipitata al 123mo posto, su un totale di 176 fra Stati e territori, rispetto alla 112ma posizione di un anno fa, la quale prendeva però in esame 183 fra Stati e territori. Per quanto concerne il settore pubblico, l'edizione 2012 del Corruption Perceptions Index rivela che il Vietnam ha un livello di corruzione di 31, su una scala che va da 0 a 100 (per il 2011 il dato era di 2,9 su una scala da 0 a 10). La prima cifra è indice di una nazione "altamente corrotta", mentre il 100 mostra trasparenza e "notevole pulizia" nella macchina amministrativa.

L'economia del Vietnam attraversa una fase di incertezza (cfr. AsiaNews 05/12/2012 Hanoi: inflazione e crediti sotto controllo, per sostenere la crescita economica), con l'esecutivo impegnato a promuovere lo sviluppo tra scandali corporativistici e gestione inefficiente. (cfr. AsiaNews 22/08/2012 Hanoi: arrestato tycoon della finanza, crollano i mercati). Il senso crescente di frustrazione nel settore economico e industriale ha spinto il governo centrale e dare un nuovo impulso alla campagna contro il malaffare e la gestione criminosa del pubblico. Da qui la politica degli arresti e la linea del pugno di ferro, almeno a parole, mentre nei fatti i problemi permangono irrisolti; o peggiorano, come dimostra la classifica di TI.

Il Laos perde anch'esso posizioni, passando dal 154mo al 160mo posto nel 2012, con un punteggio di 21 (su 100) rispetto ai 2,1 (su 10) dello scorso anno. Vientiane ha cercato di favorire lo sviluppo, ma gruppi pro diritti umani denunciano una campagna di espropri forzati dei terreni ai danni della popolazione e di peculato e abusi da parte dei funzionari pubblici. Scende anche la Cina, che si assesta all'80ma posizione (era al 75mo nel 2011) e registra un dato di 39, rispetto ai 3,6 di un anno fa. Sarà proprio la lotta alla corruzione diffusa nel partito e negli organi di governo - centrale e periferici - una delle principali sfide che dovrà affrontare la nuova leadership guidata dal neo-presidente Xi Jinping.

In vetta alla classifica delle nazioni più corrotte troviamo ancora la Corea del Nord, assieme a Somalia e Afghanistan. Per Pyongyang di tratta di una "conferma", perché anche lo scorso anno - quando per la prima volta è stata presa in esame dagli esperti - il regime comunista si è rivelato il più corrotto al mondo. Nel rapporto 2012 il Paese asiatico ha totalizzato solo 8 punti su 100, facendo segnare il dato più basso (lo scorso anno era a 1 su 10). Di contro, migliora di poco la situazione del Myanmar che si classifica al 172mo posto (nel 2011 era 180mo) e della Cambogia, che passa al 157mo posto rispetto al 164 del 2011. 

 

 

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