29/09/2008, 00.00
LIBANO
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Tripoli: autobomba contro l'esercito libanese, sei i morti

L’ordigno, comandato a distanza, è saltato in aria al passaggio di un veicolo militare. Tre i morti fra i soldati, mentre vi sarebbero altro 17 feriti. È il secondo attentato nel giro di due mesi, in una zona teatro di combattimenti fra milizie sciite e sunniti filo-governativi.

Beirut (AsiaNews/Agenzie) – È di sei morti e almeno 17 feriti il bilancio, ancora parziale, dell’attentato che ha colpito questa mattina la città di Tripoli. Un’autobomba, carica di esplosivo e controllata con un comando a distanza, è saltata in aria al passaggio di un autobus dell’esercito libanese.

Una fonte anonima militare afferma che “delle sei vittime, tre sono soldati dell’esercito”, mentre vi sono “altri feriti”, alcuni dei quali civili. La bomba è esplosa nella cittadina settentrionale di Tripoli, nella regione di Bahsas, dove il mezzo dell’esercito – 24 le persone a bordo – stava transitando alla volta di Beirut.

La polizia ha subito circondato la zona, impedendo l’accesso a giornalisti e persone in cerca di familiari; esperti della sicurezza hanno avviato le indagini per capire le modalità dell’attentato ed eventuali prove per risalire agli esecutori. Al momento il gesto non ha ricevuto alcuna rivendicazione. La forte esplosione ha distrutto vetri e finestrini delle auto parcheggiate nell’area circostante.

Quello di stamattina è il secondo attentato nel giro di due mesi contro reparti dell’esercito libanese a Tripoli, area in cui pace e sicurezza si fanno sempre più fragili; lo scorso 13 agosto un’altra autobomba è esplosa al passaggio di un convoglio militare, uccidendo 18 persone fra soldati e civili.

Tripoli da tempo è teatro di una guerra settaria fra combattenti sunniti filo-governativi e milizie sciite, legate alla Siria. A fine giugno una serie di scontri fra attivisti filo-Hezbollah e sostenitori sunniti del governo aveva causato decine fra morti e feriti: a dare l’avvio al conflitto, secondo quanto riferito da testimoni locali, un attacco con bombe a mano e lanciarazzi condotto da un gruppo Alawita (lo stesso del presidente siriano Assad) contro una zona che sostiene il partito Mustqbal, guidato da Saad Hariri, leader della maggioranza antisiriana. Nei giorni scorsi la Siria ha deciso lo stanziamento di oltre 10 mila soldati dell’esercito lungo i confini con il Libano: secondo Damasco la mossa sarebbe dettata da esigenze di lotta al contrabbando e di “sicurezza interna, che non escono dal territorio nazionale e non sono affatto dirette contro il Libano”. Precauzioni vane, visto che sabato scorso un’autobomba è esplosa nella capitale siriana, lungo la direttrice che conduce all’aeroporto, causando la morte di 17 persone e il ferimento di altre 14.

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