29/09/2017, 08.50
NEPAL
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Trishna Shakya, 3 anni, è la nuova ‘dea vivente’ Kumari del Nepal

La bambina sarà venerata come la reincarnazione della dea indù Taleju. Rimarrà confinata in un palazzo-tempio di Kathmandu fino alla pubertà. Attivisti e utenti dei social network lamentano che la tradizione priva le dee viventi della loro infanzia.

Kathmandu (AsiaNews/Agenzie) - Trishna Shakya, tre anni, è stata consacrata ieri la nuova “dea vivente” Kumari del Nepal. La piccola sarà venerata come la reincarnazione della dea indù Taleju fino a quando non raggiungerà la pubertà. Per tutto il periodo rimarrà confinata in un palazzo-tempio storico di Kathmandu, da cui potrà uscire solo 13 volte l’anno per le più importanti feste religiose. Mentre la sua incoronazione è stata accolta da canti di giubilo, attivisti per i diritti dei minori lamentano che alle dee viventi vive negata la loro infanzia. Anche sui social network la reazione alla notizia è stata la medesima. Un utente ha scritto sul suo profilo Twitter: “Non è una cosa buona. Ridatele la sua infanzia”.

La piccola appartiene al clan Shakya e ha superato una lunga selezione tra diverse coetanee. Prenderà il posto della precedente Kumari, Matine Shakya di 12 anni, consacrata nel 2008 e andata “in pensione” dopo l’arrivo del menarca. Il padre Bijaya Ratna Shakya ha dichiarato ad AFP: “Ho dei sentimenti contrastanti. Mia figlia è diventata la Kumari e questa è una grande cosa. Ma sono anche triste perché verrà separata da noi”. La bambina ha anche un fratello gemello, Krishna, scoppiato in un pianto a dirotto nel momento in cui la sorella ha abbandonato la casa familiare in braccio al padre.

La cerimonia si è svolta nell’ottavo giorno del Dashain, il festival più importante del Paese himalayano. Essa combina elementi della tradizione indù e buddista. La Kumari, che in sanscrito significa “principessa”, viene scelta tra i Newar, una comunità che vive nella valle di Kathmandu. I criteri di selezione sono molto restrittivi. Consuetudine vuole che la piccola, davanti alla vista di un bufalo sacrificato, non debba piangere. Altri attributi fisici devono essere: un corpo incontaminato, un torace di leone e gambe come un cervo.

La tradizione della “dea vivente” è sopravvissuta alla caduta della monarchia assoluta indù. Nel 2008 la Corte suprema ha stabilito che le dee hanno diritto a ricevere un’istruzione durante il confino nel palazzo-tempio, dove possono sostenere gli esami. Molte ex Kumari infatti hanno lamentato difficoltà di reintegrazione nella società dopo essere state detronizzate.

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