03/02/2017, 08.54
STATI UNITI - IRAN
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Trump pronto a emanare nuove sanzioni contro l’Iran in risposta al test missilistico

La prima conferma della linea dura della nuova amministrazione Usa nei confronti della Repubblica islamica. I provvedimenti riguarderanno singoli o entità coinvolte nel programma missilistico. Sempre più a rischio il delicato accordo sul nucleare. Replica di Teheran: atteggiamenti “provocatori” e privi di fondamento. L'atteggiamento di Trump indebolisce i moderati di Teheran.

 

Washington (AsiaNews/Agenzie) - L’amministrazione statunitense sembra intenzionata a emanare nuove sanzioni a carico dell’Iran, a testimonianza di una posizione dura del presidente Usa Donald Trump nei confronti della Repubblica islamica. Ieri, a distanza di alcune ore dalle parole del consigliere per la Sicurezza nazionale, che ha “messo sull’avviso” l’Iran per l’ultimo test missilistico e il sostengo ai ribelli Houthi in Yemen, fonti della Casa Bianca hanno fatto trapelare la possibilità di “nuove sanzioni”. 

I provvedimenti dovrebbero riguardare singoli individui o entità legate al programma sugli armamenti e saranno comminate nel contesto dei poteri presidenziali già in vigore. Si tratterebbe di azioni già prese in passato da Barack Obama, che ha preso di mira aziende e alte sfere dei Guardiani della rivoluzione in Iran. 

Nei giorni scorsi gli Stati Uniti hanno denunciato all’Onu l’ultimo test missilistico di Teheran, nel quale sarebbero stati usati vettori “capaci di trasportare testate atomiche”. La Casa Bianca ritiene che questi esperimenti siano una violazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza sul nucleare iraniano. Inoltre, la nuova amministrazione americana vuole mostrare in modo chiaro la rottura rispetto alla precedente amministrazione e l’intenzione di usare il pugno di ferro contro l’Iran. 

Il rischio, in caso di sanzioni più dure a livello economico, è che possa saltare il delicato accordo sul controverso programma atomico, raggiunto nel 2015 e che ha portato a un parziale alleggerimento delle sanzioni economiche occidentali. Un’intesa accolta in maniera positiva dalla maggioranza della comunità internazionale, ma criticata in campagna elettorale dal neo presidente Trump e da Israele

Nelle ultime ore il presidente statunitense ha rilanciato la linea dura contro Teheran, senza escludere nemmeno un’azione militare nei confronti del Paese. “Nulla - ha detto Trump - è escluso a priori”. 

Immediata la replica della leadership iraniana, che ha respinto gli allerta lanciata dall’inquilino dello Studio ovale definendoli “provocatori” e privi di fondamento.

In un clima di crescente tensione fra Washington e Teheran, i vertici dei Guardiani della rivoluzione usano parole al vetriolo contro il presidente Trump. “Il numero dei missili iraniani, delle navi da guerra e il sistema missilistico difensivo - ha dichiarato il generale Hossein Salami, leader del Pasdaran - cresce ogni giorno di più. Il cielo, la terra e il mare sono sotto il controllo di questa nazione”. Questa, ha concluso il responsabile del programma sugli armamenti, “non è una terra dove un estraneo può metterci il piede con intenzioni sinistre”. 

Le posizioni sempre più dure degli Stati Uniti verso l'Iran solidificano il rapporto di amicizia con l'Arabia saudita e Israele, grandi alleati degli Usa, e rendono sempre più improbabile la rielezione del moderato Hassan Rouhani il prossimo 19 maggio, a favore dei "falchi" della Repubblica islamica.

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