03/04/2019, 16.24
INDONESIA
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Tutela ambientale ed elezioni: i vescovi per un ‘nuovo Borneo’

di Mathias Hariyadi

Nel territorio indonesiano della vasta isola, la Chiesa è presente con circa 1,7milioni di fedeli e otto diocesi. Promuovere la tutela dell’ambiente è uno degli aspetti più importanti della pastorale. Fra due settimane, saranno eletti presidente, vicepresidente, membri del parlamento e rappresentanti regionali.

Jakarta (AsiaNews) – Valorizzare il tempo di Quaresima per riflettere e adottare uno stile di vita nuovo, che rispetti il creato e sappia affrontare le sfide ambientali che attendono il Kalimantan [il Borneo indonesiano]: è la sfida che otto vescovi locali (due dei quali emeriti) lanciano alla comunità cattolica, in una lettera pastorale congiunta pubblicata in previsione della Pasqua. A due settimane dalle elezioni generali, i presuli esortano i fedeli al voto responsabile, per difendere la natura pluralista della nazione ed opporsi ai fondamentalismi.

Il territorio indonesiano si estende per il 73% del Borneo, isola grande cinque volte quella di Java (dove si trova la capitale Jakarta). La Chiesa cattolica è presente con circa 1,7milioni di fedeli e due province ecclesiastiche: Pontianak e Samarinda. Oltre alle arcidiocesi di queste due città, vi sono altre sei circoscrizioni: Ketapang, Sanggau e Sintang (suffraganee di Pontianak); Banjarmasin, Palangka Raya e Tanjung Selor (suffraganee di Samarinda).

Per la Chiesa di questa regione, remota ma ricca di risorse, promuovere la tutela dell’ambiente è uno degli aspetti più importanti della pastorale. Nella loro lettera i presuli offrono ai cattolici alcuni spunti da cui partire, per assumere comportamenti “ecocompatibili”. Mons. Pius Riana Prapdi, vescovo di Ketapang (West Kalimantan), sostiene che “rilanciare i materiali naturali che offre la nostra Madre Terra è sicuramente un imperativo morale, che tutti noi siamo chiamati mettere in atto”. Il vescovo di Banjarmasin (South Kalimantan), mons. Petrus Boddeng Timang, condanna “l’insostenibile sfruttamento con cui le miniere minacciano il suolo del Borneo meridionale”.

Ricche di carbone e petrolio, negli ultimi anni le province di South, North ed East Kalimantan sono divenute terra di conquista per colossi minerari nazionali ed esteri. “La nostra egocentrica passione per il guadagno – afferma mons. Timang – ha creato pericoli catastrofici per il nostro ambiente: frane, inondazioni e la scomparsa di alcune specie animali”. Mons. Aloysius Maryadi Sutrisnaatmaka, vescovo di Palangka Raya (Central Kalimantan), esorta i cattolici a cambiare stile di vita partendo dal più piccolo nucleo della società: la famiglia”. “Il ‘nuovo Borneo’ è la nostra casa comune”, dichiara.

La lettera pastorale tocca anche altre tematiche d’interesse per la società indonesiana. L’arcivescovo di Pontianak (West Kalimantan), mons. Agustinus Agus, critica un’altra “cattiva abitudine”: l’abuso della tecnologia. Egli presenta uno studio che mostra come la diffusione degli smartphone nel Paese sia passata dai 70 milioni di utenti nel 2016 ai 103 milioni del 2018. “Le moderne tecnologie delle telecomunicazioni – afferma – offrono molte cose buone. Tuttavia, in termini di questioni religiose, esse costituiscono una sfida: spesso vengono diffusi intenzionalmente messaggi contenenti bufale o resoconti non confermati”.

Nel Paese islamico più popoloso al mondo, etnia e religione possono diventare argomento di scontro; soprattutto in pieno clima elettorale: il prossimo 17 aprile, gli indonesiani eleggeranno nello stesso giorno il presidente, il vicepresidente, i membri del parlamento (Dpr) e i rappresentanti regionali (Dpd). Per questo, mons. Agus invita ad eleggere candidati che si impegnano “a servire la gente, promuovere la giustizia e rendere la nostra società più prospera”. Si unisce all’appello anche mons. Paulinus Yan Olla, vescovo di Tanjung Selor (North Kalimantan), che mette in guardia i cattolici da astensionismo e scheda bianca. L’arcivescovo di Samarinda (East Kalimantan), mons. Yustinus Harjosusanto, conclude: “È in gioco il futuro della nostra nazione: ogni voto è cruciale”.

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