19/04/2018, 11.17
IRAN - UE
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Ue: no a nuove sanzioni contro Teheran. Salvaguardare l’accordo sul nucleare

Mogherini: Preservare il patto con Teheran “impegno comune di tutti”. Manca il “consenso” fra i 28 membri sulla “utilità” di nuovi provvedimenti. Da valutare il ruolo dell’Iran in Siria. Rouhani: non vogliamo una politica aggressiva, le armi sono un deterrente e solo attraverso il negoziato si risolvono i problemi. 

 

Teheran (AsiaNews) - I ministri degli Esteri dei Paesi dell’Unione europea, riuniti in questi giorni in Lussemburgo, difendono con vigore l’accordo sul nucleare iraniano (il Jcpoa) del 2015; al contempo, i responsabili della diplomazia Ue rifiutano di imporre nuove sanzioni a Teheran - come auspicato dal presidente Usa Donald Trump - per il suo ruolo nel contesto del conflitto siriano. 

L’Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini sottolinea che “al momento” non vi è un “consenso” attorno alla “utilità” di nuove sanzioni contro la Repubblica islamica. Intervenuta a conclusione del vertice Ue, ha quindi aggiunto che “solo nei prossimi giorni o nelle prossime settimane” verrà valutato il ruolo dell’Iran in Siria. 

Regno Unito, Francia e Germania volevano approfittare dell’incontro dei 28 ministri degli Esteri Ue per creare un sostegno condiviso attorno a nuove sanzioni contro l’Iran. Nel mirino il sostegno della Repubblica islamica al presidente siriano Bashar al-Assad, sotto accusa per il (presunto) utilizzo di armi chimiche da parte dell’esercito governativo. 

Dopo anni di embargo l’Iran ha ottenuto un parziale alleggerimento delle sanzioni economiche occidentali, in cambio di un accordo sul controverso programma atomico. Un’intesa accolta in maniera positiva dalla maggioranza della comunità internazionale. Tuttavia, gli Usa - insieme a Israele fra le voci critiche - hanno mantenuto in vigore una serie di sanzioni per il programma missilistico e il sostegno [armato] a movimenti sciiti in Medio oriente, dallo Yemen alla Siria. 

Il 12 gennaio scorso Trump ha esteso per altri 120 giorni la sospensione di una serie di sanzioni all’Iran. Egli ha però aggiunto che questa sarebbe stata “l’ultima volta”. Una eventuale decisione di ripristinare le sanzioni metterebbe di fatto la parola fine al Jcpoa. Teheran ha più volte dichiarato che non intende sottoscrivere ulteriori obblighi rispetto a quelli già siglati.

“Vogliamo preservare - ha dichiarato Federica Mogherini - l’accordo nucleare con l’Iran. E vorremmo vedere l’impegno comune di tutti gli attori coinvolti”. Ciononostante, le mosse compiute da Teheran restano sotto la stretta osservazione dell’Europa che conferma, peraltro, “le sanzioni già in essere”. Il riferimento del capo della diplomazia Ue è al divieto di spostamento e al congelamento di beni a carico di 82 individui e una entità in vigore dal 2011. Fra questi vi è il divieto di esportare in Iran materiale che possa essere usato per la repressione interna o per lo spionaggio nel settore delle telecomunicazioni. 

Intanto il presidente iraniano Hassan Rouhani ha dichiarato che il proprio Paese “non intende” promuovere alcuna politica “aggressiva” nei confronti dei vicini nella regione. “Diciamo al mondo - ha sottolineato il capo di Stato ieri durante la giornata di festa delle Forze armate - che ci limitiamo a produrre le armi che servono o, se necessario, ce le procureremo […] ma, al tempo stesso, diciamo ai nostri vicini che non intendiamo aggredirvi”. 

Stati Uniti e alleati premono da tempo per la cancellazione del programma balistico missilistico degli ayatollah; tuttavia, secondo Teheran esso è cruciale in un’ottica difensiva. “Vogliamo relazioni amichevoli e fraterne con i nostri vicini - annuncia - e diciamo loro che le nostre armi, gli equipaggiamenti, i missili, i nostri aerei, i carri armati non sono contro di voi, ma solo un mezzo deterrente”. “Il solo modo per risolvere i problemi - ha concluso - è il negoziato politico e un comportamento pacifico”.

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