16/06/2004, 00.00
ASIA
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Un'estate all'insegna dei blackout

Cina, Giappone, India,Thailandia, Vietnam, Filippine corrono ai ripari per garantirsi energia e sviluppo

Hong Kong (AsiaNews) - L'Asia è abituata a difendersi dalle carenze energetiche, ma quest'anno le previsioni sono più preoccupanti del solito a causa della convergenza di fattori climatici e di politica internazionale.  Mentre gli USA e i paesi occidentali membri dell'IEA (International Energy Agency) possiedono riserve energetiche sufficienti a far fronte a crisi nell'approvvigionamento energetico, l'Asia – e soprattutto l'estremo oriente - rischia di essere schiacciata da una simile eventualità. Infatti, più cresce il consumo di petrolio per la produzione energetica e più i paesi asiatici diventano dipendenti dal Medio Oriente, eventualità pericolosa se si tiene conto della possibilità che in Iraq la situazione non si stabilizzi e che l'Arabia Saudita continui ad essere minacciata dal terrorismo.

Cina

Quello che più preoccupa il paese è la possibilità di trovarsi ad affrontare un blackout delle dimensioni di quello che colpì il Nord America l'agosto scorso e che lasciò senza energia elettrica 50 milioni di persone.

La regione del delta del fiume Yangtze probabilmente sarà vittima, questa estate, del più grave deficit energetico degli ultimi anni. Shanghai e le province del Jiangsu si preparano ad affrontare un'insufficienza dai 10 ai 15 milioni di kW. Il China Securities Journal ha recentemente fatto sapere che nei primi cinque mesi dell'anno, 24 province hanno subito un blackout rispetto alle 23 dello scorso anno e alle 12 del 2002.  Nonostante le intenzioni del governo di rallentare la crescita economica – e frenare il consumo energetico – si prevede che vi sarà un blackout di 20 milioni di Kw nel secondo quadrimestre e di 25 nel terzo arrivano.

Da Pechino giungono direttive per far fronte alla situazione. Le autorità intendono garantire risorse energetiche alle famiglie, all'agricoltura e alle industrie chiave, mentre prevedono restrizioni alle industrie energetiche. Molte compagnie, anche straniere, hanno deciso di scaglionare le ore di consumo per limitare l'uso dell'elettricità durante il periodo di picco e di concedere più ferie ai dipendenti per risparmiare energia, come ha reso noto Wang Jian, direttore della Commissione economica di Shanghai. La regolamentazione relativa ai tagli dei consumi per 1.700 compagnie sarà in vigore da metà giugno al 17 settembre.

Pechino ha pubblicato perfino un opuscolo di consigli su come prevenire consumi di energia, ad esempio limitare l'aria condizionata negli uffici che,  secondo il China Daily , da sola consuma il 40% dell'elettricità  in città. L'opuscolo segnala che 24 hotels nella capitale hanno lanciato una campagna per mantenere nei loro locali una temperatura standard di 23 gradi invece che 22, iniziativa che si prevede contribuirà ad una diminuzione del consumo elettrico dell'8%.

Altro motivo di allarme è la mancanza d'acqua conseguente al suo ampio uso nel processo di combustione del carbone. I deficit d'acqua costano al paese circa 290 miliardi di yuan all'anno in perdite economiche. Il Ministro per le risorse ambientali, Wu Jisong ha dichiarato che 400 maggiori città  su 660 hanno già dovuto fronteggiare una simile mancanza. Ciò costituisce una seria ipoteca sullo sviluppo: la situazione prevede un ulteriore peggioramento fino alla metà del secolo quando la popolazione raggiungerà il picco di 1.6 miliardi.

Giappone

A tutt'oggi il paese possiede riserve di greggio in grado di sostenere mancanze energetiche per circa sei mesi, ma il governo si mostra preoccupato di fronte all'urgenza energetica che minaccia il resto del continente. Il Giappone sottolinea la necessità di formare, per i paesi asiatici, un organismo simile all'IEA con il compito di controllare l'andamento globale del mercato e proporre soluzioni per aumentare la sicurezza in campo energetico. Senza una tale cooperazione si rischia una competitività sfrenata nella corsa all'acquisto d'energia in caso di emergenza. Questo provocherebbe gravi tensioni tra le maggiori potenze asiatiche incluse Cina e Giappone. La proposta giapponese, però, sembra non avere ancora l'appoggio delle regioni.

Thailandia

Anche qui l'emergenza energetica ha richiesto provvedimenti immediati. Il governo tailandese, ha infatti adottato, proprio questa settimana, misure preventive: spegnere le insegne luminose dopo le 22; togliere l'illuminazione stradale in alcune aree; chiudere le industrie petrolifere durante la notte. Viset Jupibal, vice ministro per l'energia, ha detto che le maggiori industrie petrolifere PTT e Bangchak, entrambe statali, si faranno promotrici di una campagna nazionale per la chiusura notturna delle varie filiali.

India

Il nuovo governo indiano ha intenzione di intraprendere un progetto per affrontare le carenze energetiche che, si annuncia, sarà portato a termine entro la fine del 2007. In gennaio, il precedente governo aveva approvato un piano per costruire tre grandi depositi con una capacità sufficiente a contenere riserve per quattordici giorni.

Vietnam

Il Dipartimento nazionale dello studio idrico ha rivelato che un calo del livello di precipitazioni l'anno scorso, sta mettendo a dura prova le centrali idroelettriche, che hanno ormai riserve agli sgoccioli.

Il dipartimento dell'elettricità di Haiphong ha preso provvedimenti per fronteggiare la carenza di elettricità nei mesi estivi. Oltre a una campagna di informazione per risparmiare energia, il dipartimento ha ideato un progetto per render più efficienti le reti energetiche e incentivare l'installazione di contatori che abbiano prezzi differenti a seconda dell'ora del giorno.

Da poco è stata aperta la prima e la più grande centrale energetica privata del Vietnam. Situata nel Phu My Power Industrial Park di Ba Ria-Vung Tau, eroga 716 MW;  per un accordo di 23 anni con il Ministero dell'Industria, venderà energia elettrica alla EVN (Electricity of Vietnam).

Filippine

Il presidente della compagnia nazionale di petrolio, Thelmo Cunan, ha dichiarato che i blackout energetici nella regione del Negros Occidentale non saranno più un problema grazie all'installazione (dal 2005 con operatività nel 2006) di una centrale che assicurerà alla regione l'autosufficienza energetica. "Speriamo che questa nuova realtà, dichiara sempre Cunan, possa costituire in futuro un modello non solo per la regione del Visayas ma per l'intero paese".

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