15/02/2018, 08.59
SIRIA
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Un carico di aiuti a Ghouta orientale sotto assedio

Si tratta del primo carico di cibo e medicinali negli ultimi tre mesi nella zona assediata dalle truppe siriane. Consegnati alimenti e medicinali per circa 7200 persone, pari a 1440 famiglie. L’Oms ha inviato 1,8 tonnellate di medicinali, sufficienti per 10mila trattamenti. Direttore Pam: “Serve molto di più”. Ancora sospesa l’evacuazione di 700 malati. 

 

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - La regione di Ghouta orientale, roccaforte ribelle alla periferia di Damasco e da tempo sotto assedio governativo, ha ricevuto un carico di aiuti (nella foto) per la prima volta negli ultimi tre mesi. Da settimane le agenzie Onu e le ong presenti sul territorio lanciano appelli alle autorità siriane, perché consentano la consegna di cibo, medicine e generi di prima necessità e favoriscano l’evacuazione di centinaia di persone in condizioni critiche di salute. 

Nell’enclave sotto assedio a est di Damasco, dalla quale partono colpi di mortaio che finiscono per colpire anche obiettivi cristiani della capitale, vivono circa 400mila persone. L’area è oggetto di ripetuti attacchi dell’artiglieria governativa, nel tentativo di piegare l’opposizione delle milizie ribelli. 

Nelle ultime settimane centinaia di persone sono state uccise nel contesto dell’offensiva lanciata dai militari per riconquistare il controllo dell’area. 

Secondo quanto riferisce il coordinatore per gli Affari umanitari delle Nazioni Unite, la consegna di aiuti umanitari di ieri ha permesso la consegna di cibo e scorte per 7200 persone. La Syrian Arab Red Crescent (Sarc), ong attiva sul territorio e impegnata nella consegna di aiuti, sottolinea che nove camion bastano per contribuire ai bisogni di 1440 famiglie. 

Intanto, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) riferisce dell’invio di 1,8 tonnellate di medicinali, sufficienti per circa 10mila trattamenti. 

Il rappresentante dell’Oms in Siria Elizabeth Hoff aggiunge che le scorte comprendono antibiotici, medicinali per cicli giornalieri di dialisi, insulina, kit contro i traumi, trattamenti per polmoniti e letti di ospedale. Tuttavia, la consegna di aiuti avvenuta ieri a Ghouta orientale è piuttosto piccola rispetto agli standard delle Nazioni Unite. Jakob Kern, direttore del Programma alimentare mondiale (Pam) per la Siria avverte: “Serve molto di più”. 

Queste affermazioni sono state rilanciate dall’inviato speciale Onu per la Siria Staffan de Mistura che, in un intervento al Consiglio di sicurezza Onu, ha ricordato che questa della consegna “beneficia il 2% della popolazione” e “serve molto di più”. 

Al momento non vi sono dichiarazioni ufficiali da parte del governo siriano e resta sospesa l’evacuazione dei 700 malati in condizioni critiche. 

Intanto Svezia e Kuwait stanno preparando una bozza di risoluzione da presentare al Consiglio di sicurezza, per raggiungere un cessate il fuoco e garantire assistenza umanitaria continua. L’Onu continua a invocare il cessate il fuoco, dopo giornate di intensi bombardamenti che hanno causato la morte di almeno 200 persone nell’area. Per Damasco, e la Russia, la richiesta “non è realistica”. 

La regione di Ghouta orientale è sotto assedio dal 2013. Si tratta di un’area dall’importanza strategica ed è circondata per intero dai reparti dell’esercito regolare siriano che blocca la consegna di aiuti. Da qui il rapido peggioramento della situazione umanitaria al suo interno.

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