31/01/2008, 00.00
VIETNAM
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Un decalogo per le preghiere “di protesta” dei cattolici di Hanoi

Una serie di principi di comportamento è stata elaborata dai giovani che partecipano al pacifico sit-in nel’edificio della ex delegazione apostolica. Il quotidiano del Partito comunista e l’agenzia ufficiale danno notizia di incontri dell’arcivescovo con leader del Fronte patriottico.
Hanoi (AsiaNews) – Un “decalogo” dei cattolici che continuano nelle veglie di preghiera nella sede della ex delegazione apostolica e due incontri tra esponenti di primo piano del Fronte patriottico vietnamita – struttura legata al Partito comunista – e l’arcivescovo di Hanoi: qualcosa potrebbe muoversi sul fronte della vicenda del complesso rivendicato dalla Chiesa, contro la quale continuano gli attacchi dei media nazionali. Ma non di quelli ufficiali.
 
Fedeli cattolici continuano a pregare nella Toa-Kham-Su, la vecchia delegazione apostolica, malgrado sia scaduto l’ultimatum delle autorità di polizia di abbandonare il complesso. Dal 23 dicembre il complesso è punto di raccolta di migliaia di cattolici che domandano di riavere indietro l’edificio sequestrato dallo Stato nel ’59 e che ora sta per essere venduto per fare ristoranti e night club. Nel giardino, sacerdoti, suore e laici hanno formato un cerchio intorno alla statua della Vergine ivi esistente ed al grande crocefisso che vi hanno portato. Dopo i tafferugli dei giorni scorsi, la polizia non ha preso iniziative, limitandosi a mandare qualche pattuglia a controllare cosa sta succedendo.
 
Tra i presenti, un gruppo di giovani ha elaborato ed illustrato una serie di proposte per i fedeli cattolici. Una sorta di decalogo, del quale riferisce Vietcatholic News, che va da “pregare dovunque siamo” all’“essere presenti a Toa-Kham-Su”, dal “dare sostegno materiale e spirituale ai fedeli impegnati nella veglia” al “tenere pulita la zona”, dal “dare notizie ai website su cosa sta accadendo” all’“insegnare agli amici del modo di superare i filtri” posti ad internet per poter avere notizie “senza restrizioni”, dal “portare (se possibile) macchine fotografiche” all’“annotare ciò che succede”, dal “fare gli autisti volontari per coloro che vogliono unirsi alla preghiera” al “discutere con gli altri delle false informazioni diffamatorie fabbricate dalla televisione di Stato o dai giornali”.
 
A proposito di media, se quelli in vietnamita attaccano la “pretesa” della Chiesa di ottenere la restituzione dell’edificio, Nham Dam, organo ufficiale del Partito comunista, riferisce di una visita - il 28 gennaio - dell’arcivescovo Ngo Quang Kiet al presidente del Fronte patriottico, Huynh Dam. L’incontro sarebbe stato motivato dagli auguri per il nuovo anno lunare (il Tet) che comincia il 7 febbraio. Il giornale riferisce poi genericamente di impegno dei cattolici per attività umanitarie e per lo sviluppo pacifico della capitale e di “apprezzamento” del Fronte per le loro attività.
 
Da parte sua la VNA, agenzia ufficiale vietnamita, dà notizia di un’altra visita - il 30 gennaio – compiuta all’arcivescovo da parte del vicepresidente e segretario generale del Fronte, Vu Trong Kim. Ufficialmente motivata anch’essa dagli auguri per il Tet, nel resoconto dell’agenzia il colloquio ha dato occasione al dirigente comunista di dire che “il Fronte apre sempre le sue porte a tutti i cattolici che vogliono esporre i loro problemi” e di “esprimere l’impegno che l’organizzazione vuole lavorare con le competenti autorità indirizzare tali problemi”.
 
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