21/07/2006, 00.00
cina
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Un lavoratore migrante si dà fuoco in piazza Tiananmen

Non era pagato da mesi. Oltre il 90% dei lavoratori migranti non riceve regolarmente una paga. MOlti di essi tentano il suicidio.

Pechino (AsiaNews) – Un migrante del Jiangsu si è dato fuoco sulla piazza Tiananmen per protestare contro il governo e i capi della sua ditta, che non gli pagano il salario.

Ieri mattina Wang Congan, 53 anni, del Jiangsu, si è cosparso di benzina e si è dato fuoco trasformandosi in un a torcia umana, mentre la piazza Tiananmen, nel cuore della capitale, era piena di turisti. In un comunicato ufficiale, la polizia ha spiegato che il gesto di Wang era legato a "una disputa finanziaria con una compagnia di costruzioni nella contea di Yuanan, nell'Hubei".

Secondo la polizia, le guardie di vigilanza alla piazza hanno subito spento le fiamme sul corpo di Wang e lo hanno portato in ospedale. Pur avendo riportato gravi ustioni, Wang è fuori pericolo.

L'agenzia Xinhua ha detto che il lavoratore migrante era giunto a Pechino per cercare di farsi aiutare dalle autorità statali a ricevere il suo salario.

Non è la prima volta che gesti dimostrativi del genere succedono a Pechino. Negli anni scorsi almeno una decina di persone si sono dati fuoco nella piazza: alcuni erano operai dei cantieri della capitale, disperati perché non pagati da anni; altri erano coppie anziane rimaste senza tetto, dopo che il governo ha espropriato la loro casa; altri erano persone stanche di presentare per anni petizioni che non ricevono risposta.

Quello dei lavoratori non pagati è una delle piaghe più grosse della Cina di oggi. Secondo uno studio dell'università Renmin di Pechino, oltre il 90 % dei lavoratori migranti in Cina (almeno 150 milioni) non ha contratto e non riceve la paga in modo regolare. Anche se le direttive del governo impongono di pagare i lavoratori ogni mese, molti datori di lavoro falsificano le ricevute e non danno alcun salario, col pretesto di saldare ogni 6 mesi. Una volta che hanno in mano le ricevute finte, si rifiutano di pagare, senza alcuna possibilità per i dipendenti di avere giustizia. Alcuni lavoratori hanno fatto ricorso alla violenza ed hanno aggredito i datori di lavoro che non li pagavano, ma molti altri hanno deciso di portare l'attenzione sulla loro situazione suicidandosi.

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