12/10/2007, 00.00
STATI UNITI
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Un premio Nobel per la guerra di Al Gore

L’ex vicepresidente Usa avanza previsioni catastrofiche che gli scienziati definiscono “molto improbabili”, ma che hanno il fine ultimo di esaltare il culto – pagano – di Gaia, la Terra, e di attaccare il cristianesimo. Per lui, la soluzione all’inquinamento, alla fine è nel controllo della popolazione, anche attraverso l'aborto.

La Commissione del  Nobel ha deciso di premiare Al Gore e la Commissione Onu sul clima per “i loro sforzi a disseminare conoscenza sui cambiamenti climatici prodotti dall’uomo”. Essi hanno ricevuto ex aequo il premio per la Pace. Il fatto è sbalorditivo perché entrambi sono noti per il loro allarmismo e catastrofismo, spesso non fondato su basi scientifiche.

La Commissione Onu (Intergovernmental Panel on Climate Change, Ipcc), nei suoi rapporti continua a rivedere al ribasso le cifre sui possibili disastri ambientali: lo scorso febbraio, ad esempio, alla Conferenza sul clima , essa ha suggerito che entro il 2100 i mari si innalzeranno di ben 38 centimetri; sei anni fa predisse un innalzamento di 48 cm e nel ’90 di 68 cm. Più di tutto fa specie che il presidente della Commissione, Rajendra Pachauri abbia spesso dichiarato che egli vuole usare le cifre per “scuotere la gente e i governi a fare qualcosa”, insomma, per fare allarmismo.

Un allarmismo all’estrema potenza è quello che caratterizza l’ex vice-presidente Al Gore, che con il suo film “Una verità scomoda” ha predetto l’innalzamento dei mari fino a 7 metri (contraddicendo l’Onu), sommergendo Shanghai, la Florida, l’Olanda. In più egli ha predetto che di conseguenza, la corrente del Golfo si fermerà e per questo tutta l’Europa scivolerà in una nuova era glaciale.

I climatologi affermano che tutto ciò è “molto improbabile”. A causa di questo, il film di Al Gore, che pure è stato applaudito in molti festival cinematografici, è stato considerato “non scientifico” e la sua diffusione boccata nelle scuole del Regno Unito.

Giustamente Stoccolma non ha conferito ad Al Gore il Premio per la Scienza. Ma perché gli ha dato quello per la Pace?

Quale contributo alla pace porta un politico-riciclato-ecologista che vede gli esseri umani come la causa di un apocalisse imminente e trova che il modo migliore per fermarla sia quella del controllo a tutti i costi sulla popolazione?

Al Gore è un abortista convinto: per lui l’aborto è funzionale al controllo demografico, quello –per intendersi – che è praticato in Cina. Egli è un abortista anche per motivi “religiosi”. Nel suo recente passato egli ha elogiato il culto di Gaia, la Terra, e il ritorno ai culti primitivi pagani. I fautori di questo culto accusano l’umanità di sfruttare le risorse della terra per scopi egoistici. Essi sono pure anti-cristiani, perché accusano il cristianesimo di aver liberato la terra dai miti pagani e dato l’avvio allo sfruttamento insensato della natura.

In realtà, come mette in luce da tempo lo stesso Benedetto XVI, il cristianesimo ha sì liberato l’uomo dal giogo del mito e della natura, aprendo al progresso scientifico e al dominio sul cosmo, ma i disastri ecologici, sono più da attribuire a una società che è andata oltre Dio, a un mondo illuminista che si reputa “padrone” e non “custode” della terra.

Il risultato di ciò – come mi ha detto un missionario - è che molti responsabili Onu in missione in Africa distribuiscono condom e spirali per frenare le nascite, dando nello stesso tempo lezioni di anti-cristianesimo, reo di difendere la popolazione e il Dio d’amore dei cristiani.

Noi temiamo che questo Nobel per la Pace ad Al Gore sia più un modo per scatenare una guerra contro l’uomo e contro Dio.

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