30/06/2018, 08.47
BANGLADESH
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Una ‘tavola rotonda’ con musulmani, indù e buddisti: semi di pace nella diocesi di Sylhet

di Sumon Corraya

L’iniziativa, dal tema “Un cuore aperto porta pace e armonia”, è promossa dalla Commissione per il dialogo interreligioso. Hanno partecipato almeno 200 capi religiosi. Musulmano: “Le persone creano divisioni ma siamo tutti stati creati da un unico Dio”.

Sylhet (AsiaNews) – Un tavolo attorno al quale sedersi per “costruire una nazione pacifica”. È l’iniziativa promossa dalla Commissione per il dialogo interreligioso della diocesi di Sylhet, nel Bangladesh nord-orientale. L’ufficio diocesano ha organizzato un programma rivolto a leader indù, musulmani e buddisti. Erano presenti almeno 200 capi religiosi di diverse fedi. L’obiettivo esplicito era far capire ai leader che è necessario collaborare per costruire un Paese di pace.

Il tema dell’evento era “Un cuore aperto porta pace e armonia”. Sanghanando Thero, leader del monastero buddista Sylhet Buddho Bihar, sposa in pieno lo scopo dell’incontro e sostiene: “Se tutti lavorassero con una mentalità positiva, avrebbero successo. Ecco perché dovremmo usare il cuore in maniera adeguata. Come una madre salva il proprio figlio donandogli la vita, anche noi dovremmo salvare tutti gli animali della terra. Se i vari leader religiosi si sedessero attorno a un tavolo per discutere, credo che molti problemi si risolverebbero”.

Altri leader hanno espresso pareri simili, come Nasir Ullaha, musulmano, ex magistrato aggiunto del distretto di Syhet. “Le persone creano divisioni – ha detto – ma siamo tutti stati creati da un unico Dio. Se riusciremo a fermare le divisioni, i conflitti, potremo creare una società in cui permanga l’armonia”. Shami Chandranathananda, indù, direttore della Sylhet Ramkrishno Mission and Ashrom, aggiunge: “Chi non crede in Dio non può considerarsi pio. Dobbiamo credere che Dio è presente in ogni cosa. Tutte le fedi ci ricordano di aprire i cuori. Le invidie distruggono l’uomo. Perciò per prima cosa dobbiamo correggere noi stessi”.

Mons. Bejoy D’Cruze, vescovo della diocesi e fautore dell’evento, ha affermato: “Tutti gli esseri umani sono uguali e identici. Non c’è differenza nell’uomo che ha fame, sete, prova felicità o dolore. L’essere umano è superiore: questa è a verità. È il motto di pace e armonia”. “Dovremmo tutti amare il nostro vicino – ha concluso –. Non dobbiamo guardare all’altro solo dall’esterno, ma anche dall’interno. Noi viviamo accanto, ma non insieme. Dobbiamo vincere il male con il bene. Tutti i leader religiosi devono lavorare per fondare la pace sulla terra”.

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