15/06/2007, 00.00
MALAYSIA
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Una Lina Joy indù, costretta alla "rieducazione" islamica

Alcuni gruppi della società civile in Malaysia organizzano una veglia di preghiera per Revathi: indiana di religione indù, a gennaio è stata condannata dalla corte islamica a 180 giorni di “riabilitazione” in un centro guidato da autorità musulmane.
Kuala Lumpur (AsiaNews) – La società civile malaysiana continua la sua mobilitazione contro l’ingerenza della legge islamica nella vita dei cittadini non musulmani. Il 19 giugno si terrà a Kuala Lumpur una veglia notturna di preghiera per riportare all’attenzione pubblica il caso di Ravathi, donna di origine indiana cui lo Stato non ha riconosciuto la sua fede indù ed è al momento detenuta in un centro di rieducazione islamico.
 
Tra i promotori dell’iniziativa figurano organizzazioni quali il Malaysian Consultative Council on Buddhism, Christianity, Hinduism, Sikhism and Taoism (MCCBCHST) e gruppi per i diritti delle donne come la Women's Action Society (AWAM) e Sisters in Islam (SIS).
 
Revathi è figlia di genitori indiani, convertiti all’islam prima della sua nascita; la donna sostiene, però, di essere cresciuta con la nonna, seguendo l’induismo. Nel marzo 2004 si è sposata con rito indù ad un uomo di nome Suresh; subito dopo il Dipartimento religioso islamico di Malacca le ha chiesto di domandare il riconoscimento ufficiale della sua fede presso l’Alta Corte della sharia di Malacca. La donna ha fatto richiesta, ma il tribunale islamico a gennaio scorso l’ha condannata, secondo la sharia, a 100 giorni di detenzione in un centro di riabilitazione a Ulu Yam. La sua pena è stata prolungata di 80 giorni, perché la donna non mostrava “pentimento”. Ora il figlio di 15 mesi vive ora con la nonna materna, musulmana, che ha ottenuto l’affidamento, mentre il marito aspetta in un limbo il ritorno della moglie.
 
Dopo il caso di Lina Joy - la donna malay cui la Corte Federale non ha riconosciuto la conversione al cristianesimo, giudicando la questione “competenza del tribunale islamico” – aumentano i dubbi sull’esistenza di una reale libertà di fede e coscienza nel Paese. Di fatto nella multirazziale Malaysia esistono due legislazioni: quella islamica e quella costituzionale, che spesso entrano in conflitto. La Costituzione, ad esempio, garantisce la libertà di religione, mentre la legge islamica proibisce la conversione dall’islam. Gli organizzatori della veglia di preghiera per Revathi, tengono a sottolineare “la necessità di riaffermare la supremazia della Costituzione federale sulla sharia”.
 
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