23/11/2006, 00.00
LIBANO
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Una folla immensa per il commiato a Pierre Gemayel

di Youssef Hourany

Oltre 500mila persone hanno riempito il centro di Beirut. I temuti incidenti hanno provocato feriti nel quartiere sciita di Basta. Il patriarca Sfeir rinnova l'invito a rispondere col perdono alla violenza. Assente il presidente Lahoud, del quale Hariri e Geagea hanno chiesto nuovamente le dimissioni.

Beirut (AsiaNews) – Più di 500mila persone a Beirut per il funerale di Pierre Gemayel e sei chilometri di fila a Bikfaya, per la sua sepoltura. La popolazione ha partecipato in massa ad un rito che ha visto la presenza di gran parte delle autorità libanesi, tranne il presidente della Repubblica Emile Lahoud, e degli ambasciatori stranieri. Limitati, per ora, i temuti incidenti. Alcuni feriti sono segnalati in seguito a scontri sono scoppiati quando, di ritorno dai funerali, un gruppo di sostenitori del movimento sunnita antisiriano al-Mostaqbal (Futuro) - guidato da Saad Hariri, figlio ed erede politico dell'ex premier Rafik Hariri, assassinato nel 2005 - ha attraversato il quartiere di Basta, abitato da sciiti, simpatizzanti dei movimenti filosiriani Hezbollah e Amal. I due gruppi si sono affrontati a colpi di bastone, prima che l' esercito intervenisse in forza con mezzi blindati per ristabilire l'ordine.

Durante il  rito, il patriarca maronita Nasrallah Sfeir, dopo la lettura del Vangelo da parte del metropolita greco ortodosso di Beirut mons. Elias Awde, che rappresentava il patriarca Ignazio VI Hazim, ha sottolineato l'importanza del perdono, invitando tutti a collaborare insieme per cancellare le pagine nere dalla storia del Libano. Il cardinale ha esortato a non rispondete alla violenza con la vendetta ma con il perdono, richiamando anche l'importanza del ruolo giocato da tutti i martiri del Libano, senza nascondere la sua alta preoccupazione per la diffusione della violenza, he potrebbe costringere molte persone ad abbandonare il Paese. Dopo aver espresso la sua solidarietà alla famiglia dell'ucciso, il patriarca ha richiamato la coscienza internazionale al dovere di salvare il Libano, ed ha espresso la speranza di una prossima  scoperta della verità sugli assassini avvenuti negli ultimi anni, esprimendo la sua fiducia nel ruolo che potrebbe avere il tribunale dell'ONU.

Erano presenti al rito, tra gli altri, il presidente della camera dei deputati, Nabih Berri, ed il primo ministro Fouad Sinioura, numerosi ambasciatori, il segretario generale della lega araba, Moussa, ed il ministro degli affari esteri francesi, Philippe Douste-Blazy, a nome del presidente Chirac.. La folla, proveniente da tutte le regioni del Libano, ha riempito il centro di Beirut, facendo ricordare lo storico avvenimento del 14 marzo, che ha segnato l'inizio della rivoluzione per l'indipendenza del Libano, incoronata con il ritiro definitivo delle truppe siriane.

L'unico assente al rito funebre era il presidente Lahhoud, che ha accampato ragioni di sicurezza. Egli ha lanciato un nuovo appello alla calma, affermando la necessita della conciliazione nazionale che potrebbe costituire la pietra fondamentale per una nuova rinascita del Libano.

Il presidente Gemayel, nel suo discorso, pronunciato con molta emozione alla fine del rito, ha ripetuto la disponibilità della famiglia a continuare a giocare il suo ruolo nella storia del paese, invitando tutti al perdono,ed alla preghiera.

Saad El Hariri e Samir Geagea, a loro volta, hanno ribadito la necessita di deporre il presidente Lahoud, perché il Libano non può continuare la sua vita, se Lahhoud resta a Baabda. Essi hanno invitato la Comunità internazionale ad un maggiore ruolo per trovare delle soluzioni alla crisi politica che sta distruggendo il Libano.

Al termine del rito, la salma del ministro Gemayel è stata trasportata nel suo villaggio a Bikfaya, dove è stato sepolto vicino allo zio Bachir, ucciso nel 1982, ed alla nipote Maya, figlia di Bachir, uccisa pure lei, con la presenza di una folla che ha gremito tutte le strade della regione di Metn, facendo una fila di più di 6 chilometri, mentre la guardia del corpo, Samir Chartouni, ucciso pure lui con il ministro Gemayel, è stata trasportata nel suo villaggio di Kahhale.

 

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