23/06/2006, 00.00
STATI UNITI – CINA
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Usa, accuse "congelate" per la donna che alla Casa Bianca ha interrotto Hu Jintao

Accordo fra la dottoressa Wang Wenyi e la procura: tutte le accuse bloccate fino al prossimo aprile, con assoluzione piena in caso di buona condotta. La donna aveva contestato il discorso del presidente cinese.

Washington (AsiaNews) – Wang Wenyi, la donna arrestata per aver interrotto il discorso del presidente cinese Hu Jintao durante la sua visita agli Stati Uniti, è stata prosciolta da ogni accusa grazie ad un accordo concluso con la procura  americana. Lo ha annunciato lei stessa durante una conferenza stampa che si è tenuta il 21 giugno scorso.

Secondo l'accordo, le accuse mosse contro di lei – fra cui disturbo della quiete pubblica, intimidazione e minacce a pubblico ufficiale – saranno "congelate" fino al prossimo aprile: se nel frattempo non avrà commesso altri reati, sarà assolta in pieno grado.

La dottoressa Wang Wenyi, patologa di 47 anni, era riuscita ad entrare nella Casa Bianca il 20 aprile scorso con un permesso da reporter di Epoch Times, una pubblicazione legata al movimento spirituale del Falun Gong.

La donna, dal giardino dove i giornalisti hanno seguito l'evento, ha gridato in cinese: "Fermate l'oppressione contro il Falun Gong!" e, rivolta ad Hu Jintao, "I tuoi giorni sono contati!". Poi rivolta a Bush, in inglese ha aggiunto: "Presidente Bush, fermi quell'assassino!". Dopo qualche minuto, la donna è stata portata via dalle forze di sicurezza.

In un testo pubblicato dopo la scarcerazione, la Wang ha spiegato le motivazioni che l'hanno spinta alla protesta pubblica: "I media internazionali – ha scritto – hanno dato molto risalto al mio gesto, ma non alla sua causa. Ho capito che dovevo fare qualcosa di eclatante nel momento in cui, come inviata dell'Epoch Times e patologa, ho capito le vere dimensioni e le atrocità collegate al trapianto di organi estratti dagli aderenti del Falun Gong".

La Wang si riferisce alle molteplici accuse – sollevate dal suo giornale ma confermate da diverse fonti – secondo cui il governo cinese autorizza, a pagamento, l'estrazione di organi dai condannati a morte per rivenderli agli ospedali privati: in alcuni casi, gli organi vengono estratti da persone ancora vive.

"Nel corso delle mie indagini – continua – ho parlato con medici e guardie carcerarie che hanno ammesso come i tessuti necessari al trapianto vengono prelevati da persone ancora vive. Uno di loro mi ha detto che tutto ciò che avevamo pubblicato sull'argomento era ben lontano dalla verità in quanto non rende il dolore che si può provare durante queste operazioni".

La pubblicità di un ospedale di Shenyang, redatto in più lingue, prometteva fino a poco tempo fa il ricovero, il trapianto e la riabilitazione "in sole tre settimane". "Per promettere questo – sostiene la dottoressa – devono avere a disposizione un bacino di organi, e quindi di corpi, immenso. Il Falun Gong registra la sparizione di migliaia di membri ogni anno. La conclusione è ovvia".

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