11/08/2006, 00.00
VATICANO - ONU - LIBANO
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Vaticano all'Onu: per il Medio Oriente, rispettate i diritti di libanesi, israeliani e palestinesi

L'invito espresso oggi dall'osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite di Ginevra. Il Card. Etchegaray in Libano come "inviato speciale del Papa".

Ginevra (AsiaNews) – Il diritto del popolo libanese all'integrità e alla sovranità del suo paese; quello del popolo israeliano a vivere in pace nel suo stato e dei palestinesi ad avere una patria libera e sovrana è stato ribadito oggi dalla Santa Sede per voce di mons. Silvano M. Tomasi, osservatore permanente alle Nazioni Unite di Ginevra. Sempre oggi, dal Vaticano è arrivata la comunicazione ufficiale della visita che il card. Roger Etchegaray - Presidente emerito del Pontificio consiglio della Giustizia e della Pace - compirà in Libano come "inviato speciale del Papa". La Santa Sede precisa che la visita avrà carattere "essenzialmente religioso".

Nel suo intervento durante l'odierna sessione speciale del Consiglio per i Diritti umani sulla crisi libanese mons. Tomasi è stato chiaro: "Ancora una volta la violazione dei diritti umani ha portato all'insicurezza e al conflitto in Libano e nella regione del Medio Oriente in un circolo vizioso che continua a distruggere la coesistenza pacifica. La Santa Sede è convinta che questo circolo vizioso si possa interrompere se a prevalere saranno ragione, buona volontà, fiducia reciproca, rispetto degli impegni e cooperazione tra le parti responsabili".

Secondo il rappresentante della Santa Sede, il primo urgente passo da compiere è garantire "un immediato cessate-il-fuoco, per aiutare e proteggere la popolazione civile e i suoi diritti umani". Riferendosi alla situazione libanese, egli afferma: "La violenza di queste settimane sta distruggendo un promettente modello di felice convivenza nazionale, costruito nel corso di secoli, in cui più comunità, perfino di convinzioni religiose molto differenti, avevano imparato che l'unico modo per vivere in pace e sicurezza ed usare le loro risorse umane e diversità in un modo creativo, è il dialogo e una stretta cooperazione. L'intera regione potrebbe trarre beneficio applicando con successo questo modello e aprire così un futuro di speranza".

"Ribadendo che la pace è un dono di Dio – ha continuato mons. Tomasi - il Santo Padre Benedetto XVI ha più volte chiesto un immediato cessate-il-fuoco, l'apertura di corridori umanitari per portare aiuti alla popolazione, il cui diritto umano a vita, cibo, salute, acqua, case, è al momento una priorità, e ha lanciato appelli per un rapido avvio di negoziati ragionevoli e responsabili fare cessare finalmente le oggettive situazioni di ingiustizia esistenti nella regione. La Dichiarazione universale dei diritti umani ci ricorda che la pace è la condizione basilare per il rispetto e il godimento di tutti i diritti umani. In questo contesto il popolo libanese ha diritto all'integrità e alla sovranità del suo paese; il popolo israeliano ha il diritto a vivere in pace nel suo stato; i palestinesi hanno diritto ad avere una patria libera e sovrana".

Mons. Tomasi si rivolge quindi alla comunità internazionale, spingendola all'azione: "Davanti all'attuale dramma in Medio Oriente, la comunità internazionale non può rimanere indifferente o neutrale. Le soluzioni ad ogni modo non possono essere improvvisate [basandosi] sul desiderio di conquista di entrambe le parti. Sarebbe la rovina della civilizzazione, la sconfitta della legge internazionale, e un fatale esempio per altre aree della regione e per il mondo". Mons. Tomasi ha poi concluso condannando i mezzi terroristi: "la Santa Sede – egli ha detto - è profondamente convinta che con il ricorso al terrorismo o al conflitto armato non si possa raggiungere una soluzione giusta e duratura e solo il dialogo è la via verso la pace e la salvaguardia dei diritti umani".

Per la pace in Medio Oriente si pregherà il 15 agosto in contemporanea in Libano e Terra Santa. La Sala stampa vaticana riferisce oggi che il giorno dell'Assunzione, se possibile, il card. Etchegaray celebrerà messa nel Santuario di Nostra Signora del Libano ad Harissa, insieme al card. Nasrallah Sfeir, patriarca di Antiochia dei maroniti. Stessa cosa faranno il nunzio in Israele e Palestina, mons. Antonio Franco e  mons. Michel Sabbah, patriarca di Gerusalemme, nella Basilica dell'Annunciazione a Nazareth.

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