25/05/2017, 13.46
VATICANO
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Vaticano: Stati includano nella programmazione organizzazioni religiose che si occupano di sanità

Intervento del rappresentante della Santa Sede Vaticano alla 70ma assemblea mondiale della Sanità, in corso a Ginevra. “Appena l'1% di tutti i finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo sanitario è destinato a malattie che interessano prevalentemente i Paesi in via di sviluppo”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Le “organizzazioni religiose e le altre istituzioni basate sulla fede” che in molti Paesi hanno una responsabilità significativa per i sistemi sanitari “devono essere incluse nella formulazione di politiche in materia”. Lo ha sostenuto il Vaticano alla 70ma assemblea mondiale della Sanità, in corso a Ginevra.

Mons. Ivan Jurkovič, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra, nel suo intervento, pubblicato anche in Vaticano, ha infatti affermato che “quando gli Stati si impegnano nella pianificazione, nell'investimento e nell'attuazione di misure per favorire lo sviluppo di infrastrutture di qualità e la creazione di sistemi sanitari resilienti, è importante che i governi centrali non si concentrino soltanto su sistemi direttamente coordinati e gestiti da istituzioni statali, ma che abbiano un approccio inclusivo che abbracci tutti i principali stakeholder, in particolare le organizzazioni religiose il cui contributo alla fornitura di servizi sanitari è fondamentale. Infatti in molti Paesi le organizzazioni religiose e le altre istituzioni basate sulla fede assumono una responsabilità significativa per i sistemi sanitari e devono pertanto essere incluse nella formulazione di politiche in materia. Devono inoltre avere accesso a risorse adeguate per garantire la forza e la capacità di tali attività nei settori religioso e non governativo”.

Il diplomatico vaticano ha detto che la necessità di offrire sistemi sanitari migliori deve comprendere “interventi efficaci e accessibili per la prevenzione e le cure per tutti, in particolare per le persone più bisognose, in estrema povertà e più disagiate delle nostre società, inclusi i migranti e i rifugiati”.

“Un sistema sanitario ben funzionante –ha detto ancora - deve avere tra le altre cose una fornitura affidabile di medicinali e tecnologie. Tuttavia, la situazione effettiva, come emerge dal Rapporto del Segretariato sui progressi compiuti nell'attuazione dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, per quanto riguarda l'accesso a medicinali essenziali selezionati, richiede azioni decise da parte della comunità internazionale. Si registra che la disponibilità media di farmaci essenziali selezionati è solo il 56% nel settore pubblico dei Paesi a reddito medio-basso. Inoltre, ‘l'innovazione per i nuovi prodotti rimane lontana dalle esigenze sanitarie di quanti vivono nei Paesi in via di sviluppo ... e appena l'1% di tutti i finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo sanitario è destinato a malattie che interessano prevalentemente i Paesi in via di sviluppo’. Dobbiamo instaurare partnership che consentano di allineare la ricerca e lo sviluppo in ambito sanitario alle richieste e alle esigenze globali della salute, al fine di garantire un maggiore accesso ai farmaci essenziali per tutti. Come ha affermato Papa Francesco: ‘La salute, infatti, non è un bene di consumo, ma un diritto universale per cui l’accesso ai servizi sanitari non può essere un privilegio’. A questo proposito, il nuovo dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale sta organizzando una Conferenza Internazionale sul tema Affrontare le disparità globali in materia di salute, che si svolgerà in Vaticano, dal 16 al 18 novembre 2017”.

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