21/03/2007, 00.00
CINA
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Vende formiche a caro prezzo: condannato a morte per truffa

Wang ha truffato oltre 36 mila persone per 3 miliardi di yuan, vendendo formiche nere a prezzo elevato. Uno dei truffati si è suicidato. Nel Paese non è eccezionale la condanna a morte per delitti economici.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Wang Zhendong ha truffato 400 milioni di dollari, vendendo formiche ad altissimo prezzo. Ma a febbraio il tribunale lo ha condannato a morte.

Nel luglio 2003 Wang ha creato la Yingkou Donghua Trading Group, impresa che aveva fama di occuparsi di varie attività. L’investitore pagava 10 mila yuan (circa 1.300 dollari) per due scatole di cartone piene di formiche nere che doveva allevare. Incaricati della ditta venivano poi a ritirare i frutti dell’allevamento e l’investitore riceveva 52 dollari 10 volte in un anno. In totale 520 dollari annui, pari al 40% dell’investimento. In Cina alcuni tipi di formiche nere sono mangiate immerse nel tè o nel vino o usate per malattie come l’artrite. Wang diceva che erano formiche “rare” e di alto valore per fare medicine e vino, mentre in realtà il loro valore era di circa 200 yuan (25 dollari).

Il denaro era pagato con regolarità e la fama della ditta si è presto diffusa nella città portuale di Yingkou nel nordorientale Liaoning. Wang, nativo della città e sposato con tre figli, era conosciuto come benestante ed elargiva somme a parenti e conoscenti accreditando un’immagine pubblica di agiatezza. La compagnia aveva fama di avere almeno 10 succursali e 800 dipendenti.

In realtà pagava le elevate commissioni non con gli inesistenti profitti della vendita delle formiche, ma con il denaro portato dai nuovi investitori, come una sorta di catena di Sant’Antonio. Negli Stati Uniti lo chiamano “schema Ponzi”, dal nome di Charles Ponzi che nel 1920 a Boston diventò milionario con simile metodo. Il guadagno era alto: 10 volte l’interesse bancario, che è intorno al 4% annuo. In poco più di due anni ha attirato oltre 36.700 investitori in 12 città per un giro di 3 miliardi di yuan (circa 390 milioni di dollari). Ma per continuare il gioco occorre che arrivino sempre più investitori. All’inizio del 2005 la ditta ha cessato i pagamenti.

Investitori furenti hanno assediato gli uffici della ditta, hanno scritto sui muri: “vogliamo mangiare! Restituiscici il nostro sangue e i sudati risparmi”. Molti avevano investito i risparmi di una vita, attirati dai rapidi guadagni. Secondo il quotidiano Beijing News, almeno uno di loro si è suicidato.

In Cina la pena di morte è prevista per oltre 60 delitti, compresa la frode economica. Nel Paese del boom economico, le autorità considerano prioritaria la lotta ai crimini economici, dalla truffa alla bancarotta alla corruzione, e la condanna a morte per delitti economici non è eccezionale. Nel processo Wang si è difeso dicendo che voleva solo ottenere il denaro per finanziare le altre sue attività, ma che ha compiuto investimenti sbagliati. Ha insistito che non era fuggito via e ha promesso che col tempo avrebbe restituito il denaro. La polizia ha recuperato solo 10 milioni di yuan. Il tribunale ha ritenuto il reato molto grave per il danno causato a decine di migliaia di persone. Wang può fare appello, intanto è detenuto. Sono stati condannati 15 suoi collaboratori a pene da 5 a 10 anni di carcere. Intanto a Yingkou fonti locali riferiscono al giornale Washington Post che nuove società diffondono offerte molto simili a quelle di Wang. Una nuova azienda, la Ant Power Magic, promette guadagni superiori al 10%.

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