20/01/2009, 00.00
COREA
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Venti di guerra in Corea. Pyongyang annuncia battaglia per i confini

di Theresa Kim Hwa-young
Il regime comunista del nord non esclude azioni militari presso la frontiera marina a ovest della penisola. La propaganda governativa parla di “capitolo storico nell’unificazione del popolo” e invita i cittadini a formare “un solo corpo” con l’esercito. Il presidente sud-coreano Lee nomina un nuovo Ministro per l’unificazione.

Seoul (AsiaNews) – Pyongyang annuncia un “atteggiamento di conflitto totale” verso la Corea del Sud e non esclude azioni militari nei pressi del confine, aggravando la situazione di tensione fra i due Paesi alla vigilia del giuramento del neo-presidente Usa Barack Obama.

Il regime comunista del Nord pare intenzionato a rilanciare la politica di “confronto” verso Seoul e si prepara all’eventualità di una guerra, per questioni inerenti al controllo dei confini fra i due Paesi. “Visto che il Sud ha scelto la strada del confronto, con l’ausilio di potenze straniere, ignorando gli appelli alla cooperazione e alla riconciliazione tra il popolo coreano, le nostre forze armate rivoluzionarie non hanno altra scelta se non un ‘atteggiamento di conflitto totale’ per ripagare l’offesa”. Questo il messaggio lanciato da un anonimo portavoce dell’esercito nazionale nord-coreano, in cui annuncia “dure” azioni militari nei pressi della Northern Limit Line, il confine marino a ovest della penisola coreana al centro di una disputa decennale fra i due Paesi. La zona è ricca di pesci e già in passato si sono registrate vere e proprie battaglie per la disputa delle acque e del prezioso pescato. Decisa dalle Nazioni Unite alla fine della guerra di Corea, la frontiera marina non viene riconosciuta dal governo di Pyongyang, che accusa le navi di Seoul di invadere le acque territoriali.

Le dichiarazioni del portavoce militare nord-coreano potrebbero far presagire nuove tensioni al confine, in un periodo in cui i rapporti diplomatici fra le due Coree sembrano segnare il passo. Il pericolo è che le schermaglie verbali possano trasformarsi in veri e propri scontri, come è avvenuto nel 1999 e nel 2002. Dalla Corea del Nord giungono notizie di una campagna orchestrata dal partito in cui si rafforza l’idea di “unità fra il popolo e l’esercito” e si annunciano “eventi straordinari” che riguardano “la terra dei padri”. Nei documenti elaborati dal partito a Pyongyang si prevede “un capitolo storico nell’unificazione del popolo” e si invitano “i cittadini e l’esercito a essere uniti come un solo corpo e a creare una nazione forte”. “Anche se non è ancora tempo di guerra – annuncia il regime – l’attitudine alla battaglia deve essere sempre presente” nel popolo.

Ieri il presidente sud-coreano Lee Myung-bak, per far fronte alla crisi attraversata dal Paese, ha deciso un rimpasto nella squadra di governo. A farne le spese, oltre al ministro per le finanze, anche quello per l’unificazione. A guidare il dicastero incaricato di mantenere i rapporti con il nord, il presidente Lee ha chiamato Hyun In-taek, professore di relazioni internazionale alla Korea University e considerato un “falco” nell’ambiente. Un segnale forte inviato dal capo di Stato alla controparte, con cui ribadisce di non cedere di un passo di fronte alla questione nucleare nord-coreana e alle minacce del regime comunista.

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