16/10/2008, 00.00
CINA
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Venti di recessione sulla Fiera di Canton, leader dell’Asia

Qui passa almeno un quarto delle esportazioni annuali cinesi, un giro di oltre 38 miliardi di dollari ogni volta. Ma diminuiscono i compratori di Usa ed Europa, sempre più interessati a vendere più che comprare. La maggior attenzione al mercato interno ed al resto dell'Asia.

Guangzhou (AsiaNews/Agenzie) – E’ iniziata in tono minore la 104ma “Fiera di Canton”, che da ieri al 6 novembre al Pazhou Complex esporrà il meglio dei prodotti cinesi per l’esportazione. Esperti e commercianti spiegano timori e avvisaglie che la recessione non risparmi la China Import and Export Fair, appuntamento leader per il commercio mondiale, ogni primavera ed autunno.

Secondo i dati ufficiali, vi partecipano circa 22mila ditte cinesi, il 20% in più rispetto all’edizione dello scorso aprile. Il ministero per il Commercio ha invitato circa 850mila imprese estere. Wen Zhongliang, direttore commerciale dell’evento, prevede che ci saranno 53mila stand, 10mila più della precedente. Ma la partecipazione estera appare in declino, specie dagli Stati Uniti: dei 424 esibitori al padiglione internazionale ce ne sono solo 4 degli Usa, rispetto ai 22 di un anno fa, secondo il locale Nanfang Daily. Inaugurata nel 1956, la Fiera è esplosa nel 1984 con affari per 10 miliardi di dollari e 50mila partecipanti di 140 Paesi. Nel 2004 ha raggiunto i 555mila metri quadri d’esposizione, seconda Fiera più estesa al mondo. Ad aprile 2008 si sono concluse esportazioni per 38,23 miliardi di dollari, con 190mila operatori di oltre 210 Paesi. Qui sono concluse un quarto delle esportazioni cinesi annuali.

Zhang Bin, manager dello Haier Group, leader per gli articoli domestici, osserva che “c’è un forte calo di acquirenti da Usa ed Europa. I compratori Usa ormai non frequentano simili fiere nemmeno nel loro Paese”. David Liu, capo operativo di una ditta di Pechino di software, spiega al quotidiano South China Morning Post che “oltre il 90% dei nostri clienti sono degli Usa. Ci appaltano i loro progetti. Ora stiamo perdendo questo mercato, per cui abbiamo iniziato a rivolgerci al mercato interno”.

Il viceministro al Commercio Gao Hucheng ammonisce che “le turbolenze finanziarie possono avere un impatto relativamente forte sulle esportazioni cinesi. Dobbiamo stare molto all’erta”.

Anche le ditte estere che partecipano alla Fiera guardano ora al mercato cinese, più che alla possibilità di portare qui la produzione. Progettano di aprire negozi ora che le vendite sono in calo negli Usa e in Europa. Joey Ye, direttore alle vendite della ditta elettronica Enping del Guangdong, stima una perdita addirittura “del 70% degli usuali partecipanti”. “Molti dei miei clienti di Usa ed Europa hanno detto che non verranno. Ma confido negli ordini di altri Paesi asiatici e del Medio Oriente”.

C’è maggiore attenzione anche al mercato asiatico, che però risponde con cautela. Naghi Yasil, acquirente di Dubai di materiali edili, spiega che da anni ha qui comprato materiali per milioni di dollari ogni volta, ma ora, “vista l’incertezza del mercato al consumo e i prezzi per materie prime e merci, farò soprattutto contratti a breve termine”.

La prima fase della Fiera, fino a domenica 19 ottobre, riguarda macchinari, materiali per costruzione e prodotti chimici, veicoli ed elettronica. Seguiranno mobili e arredamento, giocattoli e cosmetici; quindi nell’ultima settimana tessili, vestiti e accessori d’abbigliamento, farmaci e tempo libero, alimenti e prodotti tipici. (PB)

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