30/10/2019, 13.00
BANGLADESH
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Vergine consacrata in Bangladesh: Gesù è la mia gioia

di Sumon Corraya

Dora D’Rozario coniuga il carisma della castità con le proprie doti d’insegnante di catechismo e predicatrice nei ritiri. Nel Paese ci sono 11 vergini consacrate. “Gratuitamente ho ricevuto le mie virtù da Dio e gratuitamente le dono agli altri. Non chiedo di essere pagata e ricevo un piacere illimitato dal donarmi”.

Dhaka (AsiaNews) – In Bangladesh “predico la Buona Novella, gli insegnamenti della Bibbia, le preghiere e il catechismo. Predicare il Vangelo è il mio piacere. Gesù è la mia gioia”. Lo dice ad AsiaNews Dora D’Rozario, 60 anni, animatrice e membro dell’Ordine delle vergini consacrate dal 1985. In questi 34 anni, racconta, ha affrontato diverse sfide, come per esempio “dover sempre spiegare perché non voglio sposarmi. Questa è la domanda ricorrente che disturba molte di noi. La nostra vita è offerta in sacrificio per Gesù Cristo”.

In Bangladesh ci sono 11 vergini consacrate. Si tratta di donne che scelgono una speciale forma di consacrazione che consente loro di restare nel proprio ordinario contesto di vita, senza l’obbligo di dover indossare il velo o di vivere in comunità. “La maggior parte di noi – spiega Dora – abita nella propria casa; alcune lavorano come insegnanti, nel settore privato delle Ong o come infermiere in ospedale, o sono pagate a tempo pineo per tenere i corsi di catechismo”.

La donna fa parte dell’associazione “Amici del mondo” e del rinnovamento carismatico del Bangladesh, che rientra nella Commissione episcopale per la liturgia e la preghiera. Per questo aiuta nella scrittura dei testi liturgici. A volte, prosegue, “guido anche i ritiri spirituali delle suore per tre-quattro giorni”.

In base all’art. 604 del Codice di diritto canonico, “ho accettato la promessa della verginità. Noi vergini seguiamo Gesù nella vita, il nostro lavoro pastorale è guidare la preghiera, insegnare la Bibbia. Rispettiamo alcune regole che ci indicano la via per Gesù Cristo”. A volte la donna invita ai seminari sulla vita delle vergini consacrate anche alcune donne cattoliche che non vogliono sposarsi. “Esse potrebbero eliminare – dice – l’insoddisfazione nei confronti della Chiesa cattolica unendosi a noi nella promessa a rimanere vergini. Alcune cercano di capire la nostra vita, la maggior parte non accetta il nostro invito. Prima di partecipare al seminario, tutti pensano che la [nostra vita] sia come in convento”.

Il Mese missionario straordinario, appena concluso, “è stato molto importante. Ci ha ricordato che il lavoro missionario è rilevante e [ci ha ispirato] a lavorare ancora più intensamente”. Per quanto riguarda la sua vita, afferma: “Gratuitamente ho ricevuto le mie virtù da Dio e gratuitamente le dono agli altri. Non chiedo di essere pagata nella mia opera come leader, catechista, predicatrice nei ritiri, e ricevo un piacere illimitato dal donarmi”. In Bangladesh, conclude, “c’è molto bisogno di più vergini consacrate che testimonino Dio”.

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