26/06/2013, 00.00
GIAPPONE
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Vescovi giapponesi: “La pace nasce nelle società fondate sull’uomo”

di mons. Peter Takeo
“Proteggere la dignità e i diritti dell’uomo per affermare la pace”. In vista dei “dieci giorni per la pace” mons. Peter Takeo, arcivescovo di Tokyo e presidente della Conferenza episcopale del Giappone, riprende la lezione di Papa Giovanni XXIII contenuta nell’enciclica Pacem in terris: “Un messaggio di stringente attualità anche a 50 anni dalla sua stesura”.

Tokyo (AsiaNews) - "Proteggere la dignità dell'uomo per affermare la pace": è il senso del messaggio firmato dall'arcivescovo di Tokyo, mons. Peter Takeo, in vista dei Dieci giorni per la Pace che come ogni anno si celebreranno in Giappone dal 6 al 15 agosto. Prendendo spunto dal 50mo anniversario della pubblicazione dell'enciclica "Pacem in terris", che stanno traducendo in giapponese, il presule sottolinea l'importanza dell'art. 9 della Costituzione giapponese come "motivo di orgoglio di fronte all'umanità". Riportiamo di seguito il testo completo (traduzione a cura di AsiaNews).

Aspirando alla pace e alla giustizia, commemoriamo quest'anno il 50mo anniversario dell'enciclica Pacem in Terris, che Papa Giovanni XXIII rivolse alla Chiesa e a tutti gli uomini di buona volontà l'11 aprile del 1963. Il contesto storico di questa enciclica era caratterizzato dalla spaccatura della nazione tedesca, della quale il muro di Berlino (1961) era il simbolo, dalla Guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica e dalla crisi dei missili a Cuba (1962), che portarono Washington e Mosca a un passo dal conflitto nucleare, culmine del loro rapporto ostile.

L'enciclica offre insegnamenti sui diritti e le responsabilità degli uomini, sull'autorità statale e sul bene comune.  Inoltre, sono toccate anche tematiche critiche e di respiro internazionale, come la verità, la giustizia, la solidarietà, i rifugiati, il disarmo e lo sviluppo economico.

Il sottotitolo, "Sull'affermazione della pace universale, della verità, della giustizia, di carità e libertà", esprime l'idea portante secondo cui le fondamenta della pace poggiano precisamente sulla protezione della dignità e dei diritti dell'uomo. E pone l'accento sull'idea secondo cui la pace può essere realizzata solo quando lo sviluppo dell'uomo si appoggia sulla costituzione di una società in cui le persone possono vivere la propria vita in modo umano.

Questa verità trasmette un forte messaggio alla società moderna anche dopo 50 anni. La Commissione episcopale per le questioni sociali sta preparando al momento una traduzione in giapponese dell'enciclica, così da poterla utilizzare in occasione dei Dieci giorni per la Pace di quest'anno. Sono sinceramente convinto del fatto che accoglierete il suo messaggio, pilastro per la pace e utile spunto per i Dieci giorni per la Pace nell'Anno della Fede.

Di recente, ha guadagnato terreno una proposta per il cambiamento della Costituzione giapponese. Questa mira a ridurre il margine di consenso, da due terzi dei seggi in entrambe le Camere alla maggioranza assoluta, con l'intenzione di rendere più semplice la revisione degli articoli, specialmente l'art. 9, tramite la riduzione degli ostacoli per le modifiche al suo testo [l'articolo stabilisce che il Paese non può avere un esercito offensivo ma solo delle "truppe di auto-difesa" ndt].

L'art. 9 è un tesoro mondiale del quale il Giappone è orgoglioso. Rispecchia il miglior insegnamento di Gesù Cristo sull'amore. Grazie ad esso, il Giappone non ha mai ucciso nessuno in guerra e nessun cittadino giapponese ha perso la vita in un conflitto. È nostra responsabilità fondamentale, proteggere questo articolo e fare il possibile per preservarlo.

Il 28 aprile 2013, anniversario del Trattato di Pace di San Francisco, il governo giapponese ha organizzato una cerimonia per commemorare il giorno in cui il Paese ha riaffermato la propria sovranità. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che per la gente di Okinawa e delle Isole Amami, questo giorno è un ricordo di come sono stati isolati dalla terraferma. Anche dopo che il Trattato di Pace entrò in vigore, Okinawa, le isole Amami e le isole Ogasawara furono poste sotto il comando militare statunitense.

Soprattutto ad Okinawa, la terra è stata sequestrata e le basi militari espanse a tal punto che gli abitanti di quei luoghi hanno chiamato quel giorno "il giorno dell'umiliazione". Inoltre, non dobbiamo dimenticare che in nome del Japan Status of Forces Agreement, che ha natura unilaterale, il Giappone non ha ancora rivendicato la propria sovranità [su quelle terre ndt].

Faccio questo annuncio il 23 giugno (giorno dedicato al ricordo di coloro che morirono nella Battaglia di Okinawa), l' anniversario della fine della guerra di  Okinawa, in occasione dei Dieci giorni per la Pace, perché credo che la solidarietà verso la gente di Okinawa sia di fondamentale importanza. Gli abitanti di quei luoghi soffrono ancora a causa della discriminazione istituzionalizzata e dell'indifferenza di coloro che vivono sulla terraferma, assieme ai vari danni inflitti dalle basi statunitensi. Inoltre, entrambi i governi, quello statunitense e quello giapponese, hanno in programma di costruire una nuova base a Henoko, sovrastando la voce degli abitanti della prefettura di Okinawa.

In quanto fedeli e cittadini, dobbiamo trasportare sul piano della politica la nostra fede nella via della pace. L'elezioni nazionali precedenti ai Dieci Giorni per la Pace saranno un'opportunità per questo fine. Impariamo l'insegnamento della Chiesa, preghiamo regolarmente ed esercitiamo i nostri diritti e doveri in quanto cittadini in linea con la nostra coscienza.

Prego affinché siate benedetti dalla guida dello Spirito Santo.

 

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