06/09/2017, 12.14
INDIA
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Vescovi indiani condannano l’omicidio della ‘coraggiosa’ giornalista Gauri Lankesh

La direttrice del settimanale Lankesh Patrike è stata assassinata ieri sulla soglia di casa. Era una famosa voce critica contro le politiche dei nazionalisti indù. “Rendiamo onore a lei, per il coraggio con cui scriveva, le convinzioni con cui ha vissuto e l’audacia con cui ha combattuto le forze del male, dell’odio e della corruzione”.

New Delhi (AsiaNews) – La Conferenza episcopale dell’India (Cbci) “condanna con forza e senza mezzi termini l’ignobile, brutale e codardo omicidio della giornalista Gauri Lankesh, direttrice del settimanale kannada Lankesh Patrike”. A firma del segretario generale mons. Theodore Mascarenhas, i vescovi cattolici hanno rilasciato una dura dichiarazione sull’assassinio di Gauri, giornalista indipendente e voce della democrazia indiana, molto nota per le sue posizioni critiche nei confronti del partito nazionalista indù Bjp (Bharatiya Janata Party). I killer l’hanno colpita a morte ieri sera, mentre rincasava, lasciandola in una pozza di sangue.

Nel testo dei vescovi si legge: “Rendiamo onore a lei, per il coraggio con cui scriveva, le convinzioni con cui ha vissuto e l’audacia con cui ha combattuto le forze del male, dell’odio e della corruzione”. Il comunicato continua sostenendo che “l’omicidio di questa versatile e coraggiosa giornalista avviene dopo altri crimini d’odio, accaduti negli ultimi tempi: gli assassini dello scrittore MM Kalburgi, vincitore del Sahitya Academy Award, a Dharwad, del pensatore Govind Pansare a Kohlapur e dell’intellettuale Narendra Dabholkar a Pune; i linciaggi da parte dei ‘Gau Rakshaks’ [vigilanti delle vacche, ndr] in nome della protezione delle vacche; gli omicidi politici in Kerala e tanti altri ancora”.

Mons. Mascarenhas aggiunge che “questo odio non può costruire una Nuova India. Abbiamo bisogno di amore, pace e armonia. Lanciamo un appello a tutti i leader, ai popoli, alle comunità e alle persone nella nostra amata India affinchè allontanino le ideologie dell’odio. Lasciamo che i nostri valori tradizionali di pace, armonia, fratellanza e tolleranza prevalgano a tutti i costi. Isoliamo le forze dell’odio e superiamo le tendenze politiche, sociali e religiose per costruire una India libera, democratica, laica e progressista”.

La Conferenza episcopale lamenta che “questo omicidio è avvenuto nonostante il primo ministro Narendra Modi abbia dichiarato durante le Festa dell’Indipendenza che ‘La violenza non trova posto nella libera India’. Noi ci uniamo alla sua voce e a quella della società civile e uniamo i nostri cuori ai cuori di tutti coloro che combattono l’odio, le caste, l’intolleranza regionale o religiosa e il fondamentalismo”.

Ricordiamo, aggiunge il segretario della Cbci, “per la nostra Nuova India ciò che scrisse nel 1925 in Young India il padre della nazione [il Mahatma Gandhi, ndr]: ‘Con un lungo percorso di disciplina devota, da più di 40 anni ho smesso di odiare. So che questa è una grande richiesta. Nonostante tutto, io la faccio in tutta umiltà. Ma posso, e lo faccio, odiare il male ovunque esso esista. La mia non cooperazione ha le sue radici non nell’odio, ma nell’amore. La mia religione personale mi impedisce in maniera categorica di odiare qualcuno. Ho imparato questa semplice ma grande dottrina quando avevo 12 anni in un libro di testo e la convinzione è rimasta fino ad ora. Per me è una crescita quotidiana. È una passione che brucia in me’ (YI, 6-8-1925, p. 272)”.

A nome di tutti i prelati, mons. Mascarenhas conclude: “La Chiesa cattolica in India prega per la pace, l’armonia e la vittoria della luce sulle tenebre, dell’amore sull’odio, del bene sul male. Dio benedica l’India”.

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