Vescovo del Bangladesh: Basta attacchi di Israele su Gaza, un dramma umanitario
Dhaka (AsiaNews) - "Gli attacchi di Israele su Gaza sono una grave questione umanitaria e morale. La Chiesa cattolica mai e in nessun luogo vuole una guerra o un conflitto. La Chiesa è per il dialogo e lavora per la pace di tutti gli uomini e le donne su questa terra". Lo dice ad AsiaNews mons. Gervas Rozario, vescovo di Rajshahi in Bangladesh e presidente della Commissione episcopale Giustizia e Pace. Al tempo stesso, sottolinea, "nessuno può sostenere quello che sta facendo Hamas. I loro attacchi su Israele sono puri atti di terrorismo".
Ogni giorno in Bangladesh studenti, professionisti, attivisti per i diritti umani e leader di tutte le religioni organizzano catene umane contro gli attacchi di Israele. Il bilancio delle vittime negli scontri a Gaza continua a salite, con oltre 800 palestinesi e 33 israeliani morti.
"Israele condanna da sempre Hitler per l'olocausto e la pulizia etnica degli ebrei in Germania durante la seconda guerra mondiale - afferma ad AsiaNews mons. Rozario - ma quello che sta facendo adesso contro i palestinesi è molto più serio e grave dal punto di vista umano. Il popolo palestinese ha il diritto di esistere con la dignità che merita ogni essere umano, e non può essere preso di mira per i misfatti di un piccolo gruppo di terroristi. Le comunità internazionali, in particolare le più potenti, devono impedire a Israele di compiere atti barbarici contro l'umanità".
"Allo stesso tempo - aggiunge - invitiamo Hamas a fermarsi dall'incitare Israele a perpetrare simili azioni crudeli e disumane".
"Il terrorismo genera terrorismo - spiega il presule - e noi invitiamo tutti loro a intraprendere un cammino di dialogo e riconciliazione. Altrimenti, questa è la nostra paura, è a rischio l'esistenza dell'intero popolo palestinese in quel luogo della terra. Se una cosa simile dovesse accadere, sarà uno dei più grandi disastri della civiltà umana".
Mons. Rozario ricorda infine l'incontro di preghiera per la pace voluto da papa Francesco l'8 giugno scorso con il presidente israeliano Shimon Peres, quello palestinese Mahmoud Abbas e il patriarca ecumenico Bartolomeo I: "Tutti noi ci siamo uniti a loro in quella preghiera dai luoghi in cui eravamo. La Chiesa del Bangladesh continua a farlo".