23/12/2008, 00.00
INDIA
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Vescovo dell’Orissa: Gloria in cielo e pace in terra, anche a Kandhamal

di mons. Raphael Cheenath
L’arcivescovo di Bhubaneshwar sottolinea che il Natale nei campi profughi dei cristiani perseguitati è occasione di gioia. Fra le sofferenze e le angosce di oltre 50 mila vittime, è brillata la condivisione e la solidarietà da tutto il mondo, un inizio di mondo nuovo, un nuovo ordine mondiale. Le riflessioni di mons. Cheenath sono state raccolte da Nirmala Carvalho.

Bhubaneshwar (AsiaNews) – “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”: i cristiani di tutto il mondo, unendosi agli uomini e alle donne di buona volontà, celebrano il Natale, ricordando la nascita di Gesù, nato in una mangiatoia.

Anche il piccolo distretto di Kandhamal, così provato dalle persecuzioni, grazie al potere di Gesù Cristo, annuncia un nuovo ordine mondiale.

Sono cosciente dei dolori e dell’agonia in cui tanti fratelli e sorelle, cristiani e indù, tribali e dalit hanno sopportato di questi tempi nel nostro Stato. È giunta l’ora di mostrare la nostra unità, abbandonare tutto ciò che ci divide e dire “basta!” a una sola voce. Ognuno di noi desidera la pace in cui vivere senza paura. Abbiamo bisogno di testimoniare la nostra unità, il rispetto l’uno per l’altro, celebrando la diversità delle nostre culture e fedi e incominciando un processo di riconciliazione.

Questo Natale ci ricorderà gli eventi dello scorso anno [quando estremisti indù distrussero 13 chiese, uccidendo 3 persone – ndr], portando a galla l’agonia sofferta dal nostro popolo, ma soprattutto racconterà ancora una volta la nascita di Cristo a Kandhamal e all’Orissa.

La notte di Natale ci ricorda Giuseppe e Maria, che ha dato alla luce il Salvatore del mondo in una mangiatoia, una stalla per gli animali. Maria e Giuseppe, i rifiutati, una coppia di senzatetto (non c’era posto per loro nell’albergo). Questa è la situazione di 13 mila nostri fratelli nei campi profughi: nessuna casa, rifiutati, che nei campi di rifugio annunciano il Salvatore del mondo… questo piccolo neonato che crea un nuovo ordine mondiale nell’umanità.

Alla nascita di Gesù hanno cantato i cori degli angeli. Qui non abbiamo sentito i canti di gioia, ma le urla di violenti e criminali, risuonati per tutto l’anno. E in questa situazione un Bambino è nato per noi, una stella brilla su Kandhamal, ci è nato un Salvatore che porterà il suo Regno di giustizia, pace e amore. La nascita di Cristo, questo evento di salvezza dà nuova speranza alla vita di ogni essere umano.

La pace fondata sulla giustizia non perirà mai; si potrà offenderla, emarginarla per poco tempo, ma alla fine trionferà. Vi supplico di ricordarvi e di pregare per la pace in Orissa, perché la pace possa prevalere nei cuori di tutti coloro che sono feriti.

Mi è caro ricordare la meravigliosa solidarietà e compassione che avete espresso durante questo periodo di difficoltà e angosce. Fratelli e sorelle da tutto il mondo sono intervenuti con un’unica voce per esprimere la loro fraternità e preoccupazione. Vorrei esprimere tutta la nostra gratitudine per questo. Sono pieno di gioia nel ricordare tutta la bontà manifestatasi durante la persecuzione dei cristiani a Kandhamal dal Natale 2007, fino alle violenze dell’agosto 2008… Questa ondata di violenza anticristiana, che ha lasciato tracce di morte e distruzione, ha anche risvegliato la coscienza dell’umanità in ogni parte del globo. Questa solidarietà universale senza precedenti è davvero un’opera di Dio, la Luce che brilla nelle tenebre.

Più di 50 mila cristiani di Kandhamal hanno sofferto persecuzione, povertà umiliante, fuga. Ma la grande comunità globale ha espresso la sua solidarietà verso questo piccolo distretto, raccogliendosi attorno ai nostri cristiani nella sofferenza. Molti hanno sollecitato governi locali e nazionali, organizzazioni internazionali per la giustizia e la pace; centinaia di migliaia di persone hanno pregato per l’Orissa, rinnovando la loro fede con la preghiera… La persecuzione dei cristiani di Kandhamal ha prodotto un rinnovamento spirituale nella gente.

Nella nostra nazione laica, come in tutto il mondo, persone di buona volontà hanno chiesto con urgenza la difesa dei più elementari diritti per i cristiani di Kandhamal, perseguitati a causa della fede. Questa persecuzione ha prodotto nuova vita: siamo divenuti testimoni di una nuova umanità unita, solidale, accogliente. È emerso un nuovo ordine mondiale, come frutto della morte e della sofferenza del nostro popolo a causa della fede.

Il mio augurio, la mia preghiera per tutte le persone di buona volontà è che questa nuova nascita, questa piccola e fragile nuovo vita del piccolo Gesù, questa luce del Bambino Gesù incoraggi l’umanità a costruire un mondo ancora più giusto, un’umanità rinnovata con i valori del Vangelo che possa edificare una civiltà dell’amore.

In tutti i campi di rifugio di Kandhamal sarà celebrate l’Eucaristia, e questo è segno dell’unità della Chiesa universale con i cristiani di Kandhamal. L’arcidiocesi offrirà il pranzo di Natale a tutti i 13 mila ospiti dei campi profughi; anche il prefetto e il sovrintendente della polizia visiteranno ogni campo, condividendo un dolce natalizio con le vittime delle violenze.

Che questo Bimbo appena  nato vi riempia di pace e gioia; che la nascita del Principe della pace ricordi al mondo dove sta la vera felicità; che attraverso la sua grazia, l’umanità possa sostenere la speranza, la condivisione, la fede, l’unità… perché per noi è nato il Salvatore.

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