29/07/2005, 00.00
SRI LANKA
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Vescovo di Colombo al Governo: "Rispettare la libertà religiosa"

L'appello di mons. Gomis mentre in Sri Lanka continua l'iter delle due "pericolose"  leggi anti-conversione. Sul recente attacco a una chiesa cattolica nel Paese: i colpevoli sono "fondamentalisti che vengono da fuori  e agiscono senza ragione tranne quella di distruggere"; la comunità cattolica non ha paura: sono solo una minoranza.

Colombo (AsiaNews) – Rispettare il "diritto fondamentale della libertà religiosa" in Sri Lanka, da sempre "esempio di pacifica convivenza tra diverse fedi", ma dove si è annidato un estremismo "irrazionale". È l'appello che mons. Oswald Gomis, arcivescovo di Colombo, lancia attraverso AsiaNews al Governo e al parlamento singalese. Questo è impegnato da più di un anno nella discussione di due disegni di legge che, se approvati, giustificherebbero discriminazioni non solo contro le minoranze religiose, ma anche contro la maggioranza buddista. IL'appello giunge mentre la comunità cattolica continua ad essere oggetto di violenze da parte di gruppi buddisti fondamentalisti, preoccupati di difendere la "millenaria armonia del Paese" dal "proselitismo" cristiano.

Il vescovo ricorda che il testo originale della "pericolosa" legge contro la conversione forzata (Bill on prohibition of forcible converison) proposta dal partito buddista Jathika Hela Urumaya) è stato approvato in modo parziale dal parlamento il maggio scorso. La Corte suprema nell'agosto 2004 ne aveva giudicato incostituzionali 2 punti, perché violanti l'articolo 10 della Costituzione, che assicura la libertà religiosa e quella di avere o adottare una religione o un credo a propria scelta. Ora il testo aspetta l'esame di un Comitato permanente, che ne studierà gli emendamenti necessari; tra i membri del Comitato compaiono anche 5 cattolici. È l'ultima fase prima di passare alla definitiva lettura e votazione in parlamento.

Molto più "iniquo" e da condannare è il disegno di legge presentato dal ministro per gli Affari buddisti, Ratnasiri Wickremanayake. "L'Act for the protection of religious freedom – spiega mons. Gomis - deve essere presentato in parlamento per la seconda lettura, ma i tempi non sono ancora noti". Organizzazioni cristiane e per i diritti umani si dicono già pronte a contestarla davanti alla Corte Suprema.

La Chiesa cattolica nel Paese è in prima linea nella campagna contro l'approvazione delle 2 proposte di legge. Pochi giorni fa, in un comunicato ufficiale, il Comitato congiunto delle organizzazioni buddiste ha avvertito la Conferenza episcopale che "immotivate e continue opposizioni alla legge anti-conversione incoraggiano solo azioni illegali di proselitismo". "Non abbiamo bisogno di rispondere a queste dichiarazioni - commenta il presule - lo ha già fatto la Corte suprema. Questa legge va contro l'armonia religiosa che caratterizza il nostro Paese".

Appena 2 settimane fa, il 17 luglio, un gruppo di uomini mascherati ha attaccato e dato fuoco a una chiesa cattolica a Pulastigama, nell'ex diocesi di mons. Gomis, quella di Anuradhapura, nordest di Colombo. "Conosco bene la situazione di questa zona: qui cristiani e buddisti hanno sempre convissuto in modo cordiale. Questo attacco è un'azione organizzata da gruppi estremisti che vengono da fuori. Non so spiegarne il motivo, l'estremismo è estremismo, non ha ragioni è completamente irrazionale". Secondo p. Eric Fernando, parroco della chiesa attaccata, gli aggressori avevano l'unico scopo di distruggere e spargere odio". La polizia non ha ancora eseguito nessun arresto in relazione all'attacco. La comunità cattolica - racconta il presule - non è spaventata: "Sa che i fondamentalisti sono una minoranza senza un ampio consenso pubblico".

Per "mettere in guardia e sensibilizzare" i fedeli della "minaccia che pende sulla comunità", il vescovo ha chiesto a tutta l'arcidiocesi di pregare nel mese di luglio per la libertà religiosa. "Il programma - spiega mons. Gomis - prevedeva ogni venerdì un'ora di Adorazione nelle parrocchie e istituti religiosi, la recita del rosario nelle famiglie e incontri per spiegare le conseguenze di queste leggi; la partecipazione è stata massiccia". Mons. Gomis ammette l'esistenza nel paese di gruppi fondamentalisti che con proselitismo aggressivo provocano le comunità buddista e indù: "È un problema da risolvere, ma non con questi pericolosi mezzi". La proposta della Conferenza episcopale, del National Christian Council e della National Christian Evangelical Alliance of Sri Lanka è istituire un forum nazionale interreligioso con la facoltà di studiare i casi di conversioni forzate e portare i responsabili davanti alla legge. (MA)

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