08/05/2013, 00.00
PAKISTAN
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Vescovo di Islamabad: elezioni, occasione di “pace e cambiamento” per cristiani e musulmani

di Jibran Khan
Mons. Rufin Anthony auspica la fine di una politica improntata alla corruzione, intolleranza e violenza estremista. Educazione, energia e sviluppo del Paese i temi più urgenti. Ma sul voto aleggia l’ombra del fondamentalismo e del clima di sfiducia generale. Sacerdote a Rawalpindi chiede maggiore impegno e partecipazione dei cristiani.

Islamabad (AsiaNews) - La popolazione è in "cerca" di un'occasione di "cambiamento", per mettere fine alla "cultura della corruzione, dell'intolleranza, della deresponsabilizzazione e del terrorismo". Così mons. Rufin Anthony, vescovo di Islamabad-Rawalpindi, inquadra le prossime elezioni politiche in Pakistan, in programma l'11 maggio, che determineranno la formazione del nuovo parlamento e dell'esecutivo chiamato a guidare le sorti di un Paese segnato da crisi economica e violenza islamista. Ad AsiaNews il prelato conferma il desiderio di "pace e rispetto" che prevale nella gente: "Preghiamo per la pace in Pakistan - aggiunge - e speriamo che il nuovo esecutivo sappia affrontare in modo deciso i problemi delle minoranze".

L'auspicio del vescovo della capitale, che raccoglie le istanze dei cristiani - cattolici e protestanti - oltre che delle altre minoranze religiose e di una fetta della popolazione civile di religione musulmana, si scontrano però con le cronache quotidiane che raccontano di derive estremiste. Una tendenza confermata da un sondaggio pubblicato nelle scorse settimane, secondo cui oltre la metà dei giovani ritiene che la sharia, la legge islamica basata sui principi del Corano "è meglio della democrazia".

Inoltre, l'arresto nei giorni scorsi dell'ex presidente Pervez Musharraf - rientrato in patria dopo quattro anni di esilio proprio per partecipare alle elezioni - ha contribuito ad alimentare il clima di tensione e incertezze gettando "nuove ombre" sul voto. Alle vicende giudiziarie si sommano eventi di varia natura, che hanno offuscato la campagna elettorale: omicidi, attentati, cui si unisce l'incidente occorso ieri a Imran Khan, ex campione di cricket e leader del PTI (Pakistan Tehrik-Insaaf), rimasto ferito a Lahore nel crollo del montacarichi che lo stava portando sul palco, dove avrebbe dovuto tenere un comizio. I medici gli hanno prescritto 10 giorni di assoluto riposo, ma egli ha già confermato la presenza al comizio pubblico in programma domani a Islamabad, ricevendo al contempo attestati di solidarietà da quasi tutte gli schieramenti politici.

Fra le priorità emerse in queste settimane di campagna elettorale la crisi economica, lo sviluppo futuro del Paese, le carenze nel sistema educativo e nel settore dell'energia, in un quadro generale che varia dalla richiesta di partecipazione in massa, all'appello per l'astensionismo. E per i cristiani resta prioritaria la tutela delle minoranze, spesso vittime di persecuzioni e abusi. Il parlamentare e candidato cattolico del Partito popolare pakistano (Ppp) Pervaiz Rafique rivendica gli sforzi compiuti dall'esecutivo uscente, a guida popolare, in tema di diritti e contro la "talebanizzazione" del Pakistan. Tuttavia, p. Anwar Patras - parroco a Rawalpindi - chiede ancora maggiore impegno "per risolvere i problemi delle minoranze" e auspica una maggiore presenza "di candidati cristiani" in un'ottica di "reale cambiamento". 

 

 

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