28/09/2009, 00.00
PAKISTAN
Invia ad un amico

Vescovo di Rawalpindi: cristiani pakistani, “unità e luce” in mezzo alle persecuzioni

di Sarah John
Mons. Rufin Anthony ricorda il “lavoro dei missionari” che ha permesso la nascita di “vocazioni a livello locale”. Il prelato denuncia sentimenti di “gelosia, pregiudizio e odio” e conferma la crescita continua dell’intolleranza religiosa. Egli invita a lavorare “per l’unità e la cooperazione”.
Faisalabad (AsiaNews) – In un Paese dilaniato da persecuzioni contro le minoranze, la “presenza” dei cristiani deve essere “simbolo di unità e di luce”. È quanto ha ricordato mons. Rufin Anthony, neo-vescovo di Rawalpindi – la quarta città per grandezza del Pakistan – durante una messa celebrata nella cattedrale dei Ss Pietro e Paolo, il 26 settembre scorso a Faisalabad. Centinaia i presenti fra prelati, religiosi, suore e laici, riuniti in cattedrale per salutare il vescovo, originario di Faisalabad, che il 21 settembre ha preso possesso della nuova diocesi.  
 
“Il vescovo Rufin – ha ricordato mons. Joseph Coutts, vescovo di Faisalabad – è un figlio della [nostra] diocesi e sono lieto di accoglierlo fra noi” successori degli apostoli. Mons. Coutts ha sottolineato il ruolo svolto dalla diocesi di Faisalabad nella “crescita della comunità cristiana: molti sacerdoti e suore lavorano in altre zone del Paese e all’estero: due suore domenicane sono missionarie in Afghanistan”.
 
Durante l’omelia mons. Rufin Anthony (nella foto) ha reso omaggio alla memoria di Francesco Benedetto Cialeo, missionario italiano e vescovo di Faisalabad, che insieme ai frati “cappuccini e domenicani” ha lavorato perché “nascessero vocazioni a livello locale” capaci di “assumere la guida della diocesi”. “La presenza dei missionari è stata una luce per noi – ha ricordato mons. Rufin – Ora dobbiamo andare avanti e lavorare per l’unità e la cooperazione”.
 
Nelle ultime settimane il Pakistan ha registrato diversi casi di persecuzione verso le minoranze religiose, soprattutto cristiane, perpetrate in nome della legge sulla blasfemia. “La situazione è insopportabile – sottolinea il neo-vescovo di Rawalpindi – e le cause affondano nel sentimento di gelosia, pregiudizio e odio: sono elementi presenti anche nelle altre società, ma qui [in Pakistan] assumono anche un carattere confessionale”. Egli conferma che “l’intolleranza religiosa è in continua crescita” ed è sintomo di un “degrado della religione”.
 
Il prelato ha infine ricordato il ruolo “preminente” ricoperto dai cristiani per il “progresso” del Paese, invitando i fedeli a essere “simbolo di unità e luce pure anche se perseguitati” e assicura il proprio impegno per “avvicinare le persone alla Chiesa e gli uni agli altri”.
 
Mons. Rufin Anthony è nato il 12 febbraio 1940 a Khushpur, villaggio nella diocesi di Faisalabad dove è assai radicata la presenza di cattolici; egli ha studiato teologia a Roma ed è stato ordinato prete il 29 giugno 1969. Professore e rettore del Seminario di teologia di Karachi, ha lavorato in diverse parrocchie ed ha ricoperto per due mandati l’incarico di vicario generale della diocesi di Faisalabad.
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Il silenzio del mondo musulmano su Asia Bibi
19/11/2018 13:26
Processo a Sangla Hill: i testimoni musulmani coprono i veri responsabili
01/12/2005
“La guerra quotidiana al terrorismo è la guerra del popolo pakistano”
03/10/2008
Faisalabad, libero su cauzione il cristiano in carcere con (false) accuse di blasfemia
13/11/2020 11:03
Faisalabad: un cristiano e un musulmano, amici, arrestati per blasfemia
14/01/2020 11:27


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”