30/05/2014, 00.00
INDIA
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Vescovo indiano: Disumana la crudeltà contro le due ragazze dalit

di Nirmala Carvalho
Le adolescenti - 13 e 15 anni - sono state trovate impiccate a un albero. Un'autopsia ha confermato lo stupro di gruppo e la morte per strangolamento. Arrestati cinque aggressori su sette, tra cui due poliziotti che avrebbero cercato di coprire i colpevoli. Vescovo ausiliare di Mumbai: "Dobbiamo insegnare agli uomini a eliminare la discriminazione di genere".

Lucknow (AsiaNews) - Due agenti di polizia e un civile sono stati arrestati oggi in relazione allo stupro di gruppo e all'omicidio di due ragazze dalit di 13 e 15 anni, avvenuto il 27 maggio scorso nel villaggio Karta (distretto di Badaun, Uttar Pradesh). Ad AsiaNews mons. Savio Fernandes, vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Mumbai, afferma di sentirsi "molto turbato per una violenza disumana e orribile su due adolescenti, che rivela la depravazione della natura umana dei loro aggressori, che non hanno paura né di Dio, né della legge".

Il caso ha scatenato scalpore e proteste in India e nel mondo per la brutalità dell'aggressione: un'autopsia ha confermato che le due adolescenti - cugine tra loro - sono state violentate a turno, uccise per strangolamento e poi impiccate. I loro corpi sono stati trovati appesi a un albero di mango la mattina del 28.

Ad aggravare la situazione è stato il trattamento riservato da alcuni agenti al padre di una delle vittime. Resosi conto della loro scomparsa, il 27 maggio l'uomo si è recato alla stazione di polizia locale per denunciare l'accaduto. I due poliziotti ora arrestati hanno ignorato il reclamo, ha raccontato il padre "come se volessero difendere i colpevoli". Solo dopo il ritrovamento dei corpi, che ha scatenato le massicce proteste della popolazione locale, le forze dell'ordine hanno emesso un mandato d'arresto per sette persone.

Al momento, sono stati presi i fratelli Pappu e Awadesh Yadav - con cui il padre di una delle vittime aveva visto la figlia prima della scomparsa -, i poliziotti Sarvesh Yadav e Chhatrapal Yadav, e Awadesh Yadav. Il cognome Yadav indica la comune appartenenza a una casta inferiore, ma comunque di livello più alto rispetto ai dalit, i "fuoricasta".

Mons. Fernandes critica "la mancanza di rispetto per la vita umana e la dignità delle donne. Le radicate strutture patriarcali si traducono in varie forme di oppressione e violenza". Eppure, sottolinea, "nonostante le molte dimostrazioni, discussioni e manifestazioni di preoccupazione, rabbia e solidarietà, questi atti di violenza sembrano proseguire senza tregua. Per combattere il problema della violenza contro le donne, è imperativo lavorare per cambiare la presenza degli uomini nella società, per renderli consapevoli della discriminazione di genere e insegnare loro a eliminarla".

 

 

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