05/11/2012, 00.00
LAOS – ASIA – UE
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Vientiane, crisi economica e conflitti marittimi nel summit fra Asia ed Europa

Una cinquantina di capi di Stato e di governo riuniti per una due giorni di incontri nella capitale laotiana. Fra gli obiettivi, rassicurare i partner asiatici sulla tenuta del debito in Europa e ottenere nuovi fondi dalla Cina. Manila vuole affrontare anche le dispute sui confini nel mar Cinese meridionale e orientale.

Vientiane (AsiaNews/Agenzie) - La crisi di debito nell'Eurozona e le crescenti tensioni nella regione Asia-Pacifico saranno i temi salienti del summit fra i leader europei e asiatici, in programma oggi in Laos. Almeno una cinquantina di capi di Stato e di governo si sono dati appuntamento nella capitale Vientiane, per un vertice di primo piano della durata di due giorni cui partecipano fra gli altri il presidente francese Francois Hollande e il Primo Ministro italiano Mario Monti. A loro il compito di rassicurare i colleghi asiatici che i problemi finanziari nel Vecchio continente sono - dopo un lungo periodo - sotto controllo e non vi saranno ulteriori crolli.

L'offensiva diplomatica della Ue è un segno ulteriore della crescente importanza che Bruxelles riserva alle nazioni del continente asiatico, fra le poche a registrare un rapido sviluppo in tempi di profonda crisi. La conferma arriva dal capo della Commissione europea Jose Manuel Barroso, secondo cui "l'importanza dell'Asia cresce ogni giorno di più, in termini di sviluppo economico".

Al summit è presente anche il presidente europeo Herman Van Rompuy, ma non ci sarà la cancelliera tedesca Angela Merkel - nel week-end ha avvertito che saranno necessari "più di cinque anni" per uscire dalla crisi in Europa - che ha inviato in sua vece il ministro degli Esteri.

Il Meeting Europa-Asia si tiene ogni due anni e fornisce un'opportunità per rafforzare partnership economiche, commerciali e diplomatiche fra le nazioni dei due continenti che, sommate, detengono la metà del Pil mondiale. Un'occasione sottolineata anche dal ministro filippino degli Esteri Albert del Rosario che invita l'Europa a "guardare all'Asia per una maggiore attività nel campo economico".

L'obiettivo dei leader europei è duplice: contrastare la sempre maggiore influenza statunitense nell'area (le nazioni europee da decenni sono relegate ai margini) e ottenere dal premier cinese Wen Jiabao una parte dei tre triliardi in valuta straniera - la maggiore riserva mondiale di denaro - per investire nei fondi di salvataggio Ue.

Alcune nazioni asiatiche, fra cui Manila, intendono inoltre portare al centro della discussione le tensioni sempre più forti nella regione Pacifico, attorno ai confini marittimi e alla sovranità territoriale. Nel mar Cinese meridionale e nel mar Cinese orientale sono sorte feroci dispute che vedono opposte Pechino ad altre nazioni dell'area, fra cui le stesse Filippine, il Vietnam, la Malaysia, il Giappone e Taiwan. Tuttavia, la controparte cinese oppone forti resistenze e continua a prediligere la via dei colloqui bilaterali con ciascun Paese per la risoluzione delle controversie.

A rendere possibile un rafforzamento strategico della partnership economica e commerciale fra Asia ed Europa, in particolare le nazioni del Sud-est, il cammino di democratizzazione impresso dal nuovo governo birmano in Myanmar, che in due anni ha portato riforme e la liberazione di - parte dei - prigionieri politici, fra cui la leader e Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. Al centro della due giorni vi saranno infine questioni relative alla sicurezza - sotto osservazione il nucleare in Iran e Corea del Nord, oltre che il conflitto siriano - la lotta al terrorismo internazionale, i cambiamenti climatici e la pirateria.

 

 

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