17/09/2013, 00.00
VIETNAM
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Vinh: messa e preghiere dei cattolici contro le calunnie delle autorità vietnamite

di J.B. An Dang
Vescovi, sacerdoti e migliaia di fedeli hanno partecipato alla funzione nel santuario di Sant’Antonio. Una celebrazione che “sfida” divieti e imposizioni governativi in materia di culto. Vescovo di Vinh: "Le autorità continuano a diffondere false informazioni”. La comunità cattolica si stringe in difesa del prelato.

Vinh (AsiaNews) - Vescovi, sacerdoti e migliaia di fedeli vietnamiti hanno celebrato una messa "per la pace e la giustizia", in risposta alle calunnie di tv e giornali governativi che promuovono da giorni una campagna diffamatoria verso mons. Paul Nguyen Thai Hop e la diocesi di Vinh. Ieri il vescovo emerito mons. Paul Maria Cao Dinh Thuyen ha concelebrato una funzione con mons. Nguyen, riaffermando con forza il sostegno al prelato e a tutta la comunità cattolica.

Il 15 settembre la tv di Stato ha trasmesso un servizio di 10 minuti, durante il quale sono emerse accuse infamanti verso la diocesi e i fedeli. Mons. Paul e il suo ausiliare, mons. Peter Nguyen Van Vien, sarebbero "colpevoli di aver montato ad arte" una vicenda giuridica - la difesa di due parrocchiani, da mesi in prigione senza nemmeno un capo di accusa - per trasformarla in un caso di "persecuzione religiosa". 

Alla messa di ieri (nella foto) hanno partecipato 200 sacerdoti e oltre 3mila fedeli, chiedendo "pace e giustizia" per il Paese e i suoi cittadini. La funzione si è tenuta al santuario di Sant'Antonio, centro di pellegrinaggi della diocesi di Vinh e poco lontano dal luogo in cui è avvenuta la violenta repressione della polizia il 4 settembre scorso. La celebrazione stessa della messa è vista come atto di sfida verso le "regole" stabilite dalle autorità religiose vietnamite, secondo cui è necessaria l'approvazione dell'amministrazione locale per "celebrazioni straordinarie".

Al termine della messa vescovi e sacerdoti hanno tenuto un incontro, per preparare una lettera di risposte alle false accuse del governo. "Già, ci hanno calunniato con false accuse - ha sottolineato mons. Paul Nguyen Thai Hop - e ancora una volta mi duole affermare che le autorità continuano a diffondere false informazioni" quando la gente di tutto il mondo si aspetta di sentire "notizie vere e accurate".

Al centro della controversia fra Stato e cattolici, la vicenda legata alla parrocchia di My Yen che chiede la liberazione di due fedeli in carcere dal giugno scorso senza nemmeno un capo di accusa. La diocesi di Vinh e il suo vescovo sono intervenuti a difesa dei parrocchiani in cella, chiedendone la liberazione, e dell'intera comunità, legittimandone le proteste. Il sostegno dei vertici cattolici ha scatenato la reazione delle autorità locali e centrali, che hanno avviato una campagna diffamatoria verso mons. Paul e minacciato di intervenire con durezza per sedare la protesta.

Da tempo il governo vietnamita ha lanciato una campagna di repressione verso blogger, attivisti e dissidenti che chiedono libertà religiosa, il rispetto dei diritti civili o la fine dell'egemonia del partito unico, per la quale è stata anche lanciata una petizione. Solo nel 2013, Hanoi ha arrestato oltre 40 attivisti per crimini "contro lo Stato", in base a una norma che gruppi pro diritti umani bollano come "generiche" e "vaghe". Anche la Chiesa cattolica deve sottostare a vincoli e restrizioni e i suoi membri sono vittime di persecuzioni: a gennaio un tribunale vietnamita ha condannato 14 persone, fra cui cattolici, al carcere con l'accusa di aver tentato di rovesciare il governo, in una sentenza criticata con forza da attivisti e movimenti pro diritti umani.  

 

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