19/04/2004, 00.00
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Visita segreta in Cina per il dittatore nord-coreano Kim Jong-Il

Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Programma nucleare e problemi economici saranno affrontati dal presidente nord-coreano Kim Jong-Il, arrivato questa mattina a Pechino, durante la visita di 4 giorni in Cina, di cui sono trapelate notizie solo grazie ai media sud-coreani. Al contrario, vige il massimo riserbo da parte di Pechino e Pyongyang. Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese non ha voluto commentare la notizia, dichiarando solo di non avere alcuna informazione. Nessun accenno al viaggio di Kim da parte dell'agenzia ufficiale nord-coreana KCNA.

Neppure in precedenza, nel 2000 e nel 2001, Pechino e Pyongyang hanno annunciato in anticipo l'arrivo in Cina del presidente nord-coreano. Secondo la televisione sud-coreana KBS la visita di Kim doveva essere segreta. Nelle scorse settimane, Giappone e Corea del Sud, citando fonti anonime, avevano preannunciato la visita di Kim Jong-Il in Cina.

Secondo i media sud-coreani, molti sono gli obiettivi che Kim si prefigge con questa visita. In primo luogo, ripristinare la tradizionale alleanza con la Cina, incrinatasi dopo che 2 anni fa Pyongyang  ha arrestato Yang Bin, un uomo d'affari cinese nato in Germania. Poi la drammatica questione dei rifugiati nord-coreani in Cina. Negli ultimi anni, il governo cinese collabora con Pyongyang per scovare e rimpatriare i profughi, che perciò sono costretti a vivere in clandestinità, in attesa di raggiungere un'altra destinazione. Oggi, il quotidiano sud-coreano Chosun Ilbo ha riportato che la polizia cinese ha arrestato 4 rifugiati nord-coreani che tentavano di entrare nel consolato coreano di Qingdao. Nel numero di ieri c'era una notizia che la Durihana Missionary Foundation, un'organizzazione cristiana sud-coreana che si occupa dei diritti umani, ha denunciato che all'inizio di aprile la polizia cinese ha ucciso un rifugiato nord-coreano e ne ha catturati altri 17, mentre tentavano di fuggire in Mongolia. In agenda, anche la questione dello smantellamento del programma nucleare nord-coreano, nella quale Pechino è il mediatore più importante. Lo scorso febbraio, i colloqui a 6 nella capitale cinese tra le due Coree, Cina, Giappone, Russia e Stati Uniti sono falliti, portando a una situazione di stallo. Ieri, Pyongyang ha definito il vice-presidente americano Cheney "mentalmente perturbato", in risposta alle sue dichiarazioni sulla crisi nucleare durante la sua recente visita in Corea del Sud.  Infine, probabilmente Pyongyang chiederà aiuti alla Cina per fronteggiare la grave crisi economica e l'emergenza alimentare, che continuano a piegare la popolazione nord-coreana.

Dalle notizie riportate dall'agenzia sud-coreana Yonhap, Kim è partito ieri sera in treno con circa 40 uomini del suo entourage, ma era atteso per domani o dopodomani. Avrebbe dovuto prima visitare Shenyang o Dalian, per studiare le riforme economiche messe in atto dalla Cina. Il giro per le città cinesi è stato rimandato alla fine dei colloqui con i leader cinesi, tra cui il presidente Hu Jintao – che incontra per la prima volta da quando Hu è stato eletto a marzo del 2003 - , il primo ministro Wen Jiabao, l'ex presidente Jiang Zemin - ora a capo della commissione militare -, il vice-presidente Zeng Qinghong e il capo dell'assemblea legislativa Wu Bangguo. Fonti cinesi hanno affermato che il leader nord-coreano è stato invitato in Cina dal Partito e non del governo cinese. (MR)

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