30/11/2005, 00.00
MYANMAR
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Washington: l'Onu si occupi dei diritti umani in Myanmar

Consegnato un resoconto sul "deteriorarsi della situazione" nell'ex Birmania. Intanto il governo del Myanmar prosegue i lavori per spostare la capitale nel centro del Paese. I militari, secondo il generale Sarki dell'Unione nazionalista Karen, sperano di controllare meglio le zone ribelli.

New York (AsiaNews/Agenzie) - Gli Stati uniti hanno inoltrato al Consiglio di sicurezza dell'Onu un resoconto sul "deteriorarsi della situazione" nel Myanmar, ex Birmania. Redatto da John Bolton, ambasciatore statunitense alle Nazioni unite, il resoconto chiede che "un alto responsabile del segretariato dell'Onu prepari un rapporto ufficiale sulla situazione in Birmania, da consegnare al Consiglio".

"La situazione dei diritti dell'uomo è sconvolgente", ha scritto Bolton nella lettera indirizzata a Andrei Denisov, presidente di turno del Consiglio di sicurezza. "La popolazione viene spostata da una regione all'altra con la forza, e villaggi interi vengono distrutti. Alcune persone trovano rifugio anche fuori dai confini birmani". Bolton ha inoltre accusato Yangon di cercare di ottenere armi nucleari e di commettere crimini contro le minoranze etniche del Paese, e ha ricordato che Yangon detiene più di un migliaio di prigionieri politici, fra cui il capo dell'opposizione ed ex premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, a cui lunedì sono stati prolungati gli arresti domiciliari.

La giunta prosegue intanto i lavori per completare il passaggio della capitale da Yangon a Pyinmana, in una zona isolata e montagnosa nel centro del paese. Secondo il generale Sarki, un famoso militante dell'Unione nazionalista Karen (Unk), sono 2 le ragioni che hanno portato i militari a prendere questa decisione. La prima è che in caso di invasione da parte degli Stati uniti la giunta militare si potrebbe rifugiare e difendere nelle foreste di montagna. La seconda è che Pyinmana, data la sua collocazione geografica, permette un controllo maggiore delle regioni di confine in cui varie etnie, come i Karen, gli Shan, i Chin o i Karenni, si ribellano al potere centrale. "Agire in modo rapido è molto importante in guerra", ha dichiarato Sarki. I militari sperano che concentrare le forze militari nella nuova capitale gli consentirà di sopprimere in modo diretto e veloce ogni rivolta.

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